Il fenomeno del ‘binge drinking’ tra gli adolescenti è un’emergenza crescente in Italia. Secondo Gianni Testino, presidente della Società italiana di Alcologia, i giovani, già a 13 anni, consumano grandi quantità di alcol in poche ore, specialmente nel weekend, mettendo a repentaglio fegato e cervello. Incidenti come quello di Vasto Marina, dove dieci ragazzi tra i 13 e i 16 anni sono finiti in coma etilico durante la Notte Rosa, o il caso di una 13enne a Torchiarolo, evidenziano la gravità del problema. Testino sottolinea che l’alcol compromette le funzioni cerebrali, causando blackout, difficoltà di parola e danni alle sinapsi, con un recupero parziale che richiede almeno 10 mesi di astensione. In casi estremi, si rende necessario il trapianto di fegato.

Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’ISS, riporta 39mila accessi annuali al pronto soccorso per ‘binge drinking’, di cui il 10% riguarda under 14. Tuttavia, molti casi non vengono segnalati per vergogna o paura. Scafato insiste sull’urgenza di educare i giovani nelle scuole, già dalle elementari, sui rischi dell’alcol, insegnando anche come gestire situazioni di emergenza, come posizionare un amico intossicato per evitare soffocamenti. La responsabilità, però, ricade anche sugli adulti che vendono alcol ai minori, nonostante i divieti.

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