Giancarlo Gentilini, storico primo cittadino di Treviso, è morto giovedì a 96 anni. È passato alla storia come il sindaco ‘sceriffo’ “ma, nel suo caso, il termine era molto riduttivo. 

“È stato un uomo delle istituzioni prima ancora che un politico, un grande amministratore pubblico che negli anni della fine della prima repubblica ha saputo cogliere e intercettare i sentimenti della gente, di quello che chiamava ‘il mio popolo’, e grazie a questa dote come pochi altri ha saputo dare una risposta di buon governo a una città e diventare un modello per generazioni di sindaci in tante parti d’Italia”, lo ricorda così il presidente del Veneto, Luca Zaia. 

Gentilini fu tra i primi sindaci eletti direttamente e, aggiunge il governatore, “ha dato un’interpretazione di questo ruolo il più possibile vicino ai cittadini. Ha fatto la storia di Treviso e il Veneto ha avuto in lui una bandiera. Uomo di carattere, ha cambiato il corso della storia, non solo perché ha dimostrato che la Lega era un partito che poteva amministrare e farlo bene ma anche perché ha mutato l’approccio della pubblica amministrazione”.

Gentilini “ha sdoganato l’immagine della Lega nella pubblica amministrazione in anni in cui era tutt’altro che facile; da quando, nel 1994, con la sua candidatura è stato espugnato il Comune di Treviso è stato l’inizio di una galoppata”, evidenzia ancora Zaia che lo conobbe in quei giorni, nel 1993, “ed è nata un’esperienza comune. Negli anni che hanno visto lui primo cittadino di Treviso e me al vertice della provincia fino al 2005, si è cementata una fortissima intesa. Abbiamo condiviso una grande passione civile, l’impegno e l’ansia del cambiamento, la visione di un Veneto portato fuori dalle secche in cui lo aveva relegato la vecchia politica dei palazzi”.

Luca Zaia e Giancarlo Gentilini (ansa)

La parabola di Gentilini “ha reso quegli anni indimenticabili; mi mancherà e, sono certo, mancherà a tanti. Credeva nei trevigiani e nei veneti – conclude Zaia- e anche ora che era lontano dalle stanze della politica, all’occasione non faceva mai mancare i suoi interventi e i suoi richiami, sempre attento e puntuale. Non posso dimenticare una delle sue ultime uscite, l’invito a rimanere e combattere che mi ha rivolto dalla stampa, insistendo che votare il presidente della Regione anche per un terzo mandato era una forma di rispetto dovuta ai cittadini. Ci sentivamo spesso e immancabilmente il 3 agosto per il suo compleanno. Ad ogni telefonata la voce è rimasta squillante e stentorea ed i suoi pensieri indirizzati al bene della città. Ora che è mancato non sarà più la stessa cosa”.

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