Addio a Philippe Taquet, il cacciatore di dinosauri “padre” dell’Ouranosaurus

Il paleontologo francese Philippe Taquet, uno dei protagonisti dello studio dei dinosauri africani, è morto a Parigi il 16 novembre all’età di 85 anni. A darne notizia Le Monde, che lo descrive come un instancabile “cacciatore di dinosauri”. Taquet è stato anche direttore del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, dove ha formato intere generazioni di studiosi. A lui si devono straordinarie scoperte nel Sahara, come l’Ouranosaurus nigeriensis e il Nigersaurus taqueti, due specie che hanno ampliato in modo significativo la conoscenza del Cretaceo africano.

Figlio di imprenditori tessili, Taquet si avvicinò alla paleontologia nel 1964, quando il suo maestro Jean-Pierre Lehman lo convocò d’urgenza al museo. I geologi francesi, in missione in Niger, avevano trovato ossa fossili nel deserto del Ténéré e avevano bisogno di un giovane ricercatore pronto a partire subito. Taquet accettò e, tra il 1965 e il 1972, guidò una serie di spedizioni che portarono alla scoperta di un patrimonio eccezionale: i resti dell’Ouranosaurus, descritti nel 1976, del curioso Nigersaurus e del gigantesco Sarcosuchus, un coccodrillo preistorico lungo oltre dieci metri.

Il sito di Gadoufaoua, nel Niger centrale, divenne il suo principale laboratorio a cielo aperto. Taquet intuì subito il valore di quel giacimento, ricco di ossa di sauropodi e di altri dinosauri, ma non riuscì a descrivere tutto il materiale raccolto; molte delle sue scoperte sarebbero state pubblicate solo decenni più tardi, grazie a nuove campagne internazionali.

Parallelamente, Taquet ebbe una prestigiosa carriera istituzionale: fu ricercatore presso il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica francese (CNRS), professore di paleontologia presso il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi e direttore dell’istituzione dal 1985 al 1990. In seguito entrò a far parte dell’Accademia delle Scienze di Francia, di cui fu presidente nel biennio 2012-2013, come ricorda Les Échos.

Accanto alla ricerca, Taquet si dedicò alla divulgazione. Nel volume L’impronta dei dinosauri (1994) raccontò la paleontologia come un’avventura intellettuale e umana, adottando uno stile vicino al reportage scientifico.

Il suo percorso incrociò più volte l’Italia: il Museo di Storia Naturale di Venezia espone oggi lo spettacolare scheletro di Ouranosaurus nigeriensis, frutto delle missioni compiute insieme al paleontologo e imprenditore veneziano Giancarlo Ligabue, suo collaboratore nelle spedizioni nel Sahara.

Considerato da molti l’erede moderno di Georges Cuvier, Taquet lascia in eredità nove specie identificate, decenni di scavi nel Sahara e una visione della paleontologia capace di unire rigore scientifico, cooperazione internazionale e autentica passione per il lavoro sul campo.

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