Aggressione con conseguente omicidio: spunta una nuova ipotesi di reato, accanto al suicidio e all’incidente, nelle indagini della Procura di Napoli sulla morte di Luca Canfora, il costumista del film Parthenope morto a Capri, due anni fa, durante le riprese del film del premio Oscar Paolo Sorrentino.
L’ipotesi è stata formulata a seguito della seconda autopsia eseguita sui resti del costumista, piuttosto noto e apprezzato negli ambienti del cinema. Il sostituto procuratore titolare del fascicolo, Silvio Pavia, ha ora intenzione di prorogare ulteriormente le indagini, nelle quali l’ipotesi di omicidio ora coesiste con quelle del suicidio e all’incidente.

Il ritrovamento del corpo di Canfora risale al primo settembre 2023: venne recuperato nelle acque sottostanti i Giardini di Augusto, dove il giorno prima erano state girate le scene del suicidio del fratello della protagonista del film. Nella prima autopsia emersero fratture ritenute dalla famiglia della vittima poco compatibili con una caduta da un’altezza considerevole e, per questo, venne presentato un esposto che ha spinto gli inquirenti a procedere con la riesumazione del corpo per eseguire ulteriori accertamenti e fugare ogni dubbio. 

Dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza, registrate il giorno in cui vennero girate le scene del film, si nota Canfora arrivare nei Giardini di Augusto in occasione delle riprese ma non uscirne. Il giorno dopo, il ritrovamento del cadavere da parte di un canoista. La famiglia, in particolare il fratello di Luca, Giuseppe, ha sempre escluso l’eventualità che il costumista si fosse tolto la vita e, avvalendosi di un consulente di parte come l’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano, ha presentato un esposto e chiesto ulteriori approfondimenti investigativi. 

Qualche mese fa, lo scorso 18 febbraio, Giuseppe Canfora è stato anche ascoltato negli uffici della Squadra Mobile, nella Questura di Napoli. Giuseppe ha sempre sostenuto di ritenere di lieve entità le fratture costali emerse nel corso dei primi accertamenti post-mortem in considerazione proprio dell’altezza dalla quale Luca Canfora sarebbe caduto, parecchie decine di metri, e della sua corporatura robusta e imponente. L’ufficio inquirente partenopeo ha quindi disposto la riesumazione del cadavere finalizzata a una serie di accertamenti ulteriori, effettuati ai primi di marzo che hanno preceduto un sopralluogo degli inquirenti e di un perito del pm il 22 maggio scorso sull’isola di Capri. Proprio i risultati della seconda autopsia hanno dato concretezza alla nuova ipotesi di omicidio conseguente ad una aggressione.

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