“Purtroppo” non è stupito dell’aggressione a un turista francese ebreo e al figlio avvenuta in un autogrill a Lainate il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib, e in quel purtroppo ci sono tutta la sua tristezza e preoccupazione.

“È terribile quello che stiamo vivendo – dice all’ANSA -, una atmosfera molto pesante di crescita fortissima dell’antisemitismo. A Milano si verificano un paio di episodi a settimana” come aggressioni, scritte sui muri delle case di ebrei o nel quartiere ebraico. E la situazione è simile in tutta Europa e nel mondo.

“Quello che mi preoccupa di più è quello che sta succedendo: un odio legittimato. L’odio può esserci, purtroppo fa parte dei fenomeni umani ma, quando si sente che è legittimato, si perdono i freni inibitori”.

L’antisemitismo c’è sempre stato, ma ora “è preoccupante che non ci si vergogni”. “Come ha scritto Mattia Feltri le persone nel video” registrato dal turista francese “erano convinte di essere nel giusto”.

In questi ultimi due anni la vita degli ebrei è cambiata “perché chiaramente ci sono dei pericoli e anche perché ci si sente sotto accusa, una sensazione bruttissima”.

Secondo Arbib – che oggi ha ricevuto un messaggio di solidarietà dalla Cei – due sono le cose da fare. “Bisogna smettere di minimizzare il fenomeno. Io mi sono sentito dire di smettere di parlare di antisemitismo, che invece è un fenomeno importante e pericoloso. E il secondo elemento è non usare le parole come clave”.  “Credo che ci si debba fermare e pesare le parole e non mi sembra che questo sia sempre fatto”, ha aggiunto. “C’è una immagine di Israele devastante che è riflessa sugli ebrei in maniera automatica. Non dico che questo sia quello che si vuol fare, ma bisogna pensare alle conseguenze delle parole. Non tutti quelli che criticano Israele sono antisemiti, ma in Europa l’antisemitismo ha una storia millenaria ed è facile risvegliarlo. E questo va tenuto in considerazione o non si riesce a controllarlo”.

Ed è per questo che “quello che temo di più è quello che sta succedendo ora, un odio legittimato”, ha aggiunto Arbib citando l’intellettuale ottocentesco Leo Pinsker. “L’antisemitismo è difficile da combattere perché è una malattia ereditaria che si ripropone. E bisogna prenderne coscienza”. 

 

Condividere.
Exit mobile version