“Innanzitutto che forma avrà lo Stato è una scelta del popolo, non dei Paesi stranieri. Ogni popolo è libero di scegliere la propria forma di governo. Ora siamo nella fase di insediamento del governo e dei ministeri, poi passeremo a una seconda fase con una Conferenza Nazionale Generale. Successivamente, nell’ambito della Conferenza verranno formate delle commissioni con esperti specializzati. Saranno loro a redigere le leggi costituzionali e a decidere quale forma avrà la futura Siria”. Abu Mohammad Al Jolani, nome di battaglia del nuovo uomo forte siriano, leader del gruppo Hayat Tahrir Al Sham, che ha guidato la presa di Damasco e la caduta del regime di Assad parla anche delle future elezioni in Siria: “Come sapete, metà dei siriani vive attualmente all’estero. Molti di loro non hanno un collegamento legale con la Siria, poiché il regime precedente impediva il rilascio di passaporti e altre questioni come la registrazione delle nascite e dei decessi. È necessario anche un nuovo censimento generale. Quando il Ministero degli Esteri inizierà a lavorare, sarà necessario del tempo per stabilire contatti legali con le comunità siriane all’estero. Solo dopo, con il censimento completato, la Siria sarà pronta per le elezioni. Questo è il percorso che seguirà la Siria”.
“La questione arabo-israeliana è una questione antica molto complessa. E’ difficile per la Siria, in questo momento, entrare nei suoi dettagli. La Siria è stremata dalla guerra e ha bisogno di un grande piano di sviluppo, di ricostruzione e di nuove infrastrutture. Attualmente, la Siria non pensa al conflitto con nessuno”.