Uomini che uccidono donne. Compagne, mogli, fidanzate, ex. Una conta macabra che non si arresta. Da inizio 2024 sono almeno 25 le donne ammazzate in ambito familiare o affettivo. 

Le cronache non fanno in tempo a raccontare un femminicidio che la drammatica velocità della violenza ne mette in luce un altro. Un’emergenza nazionale che non risparmia nessuna regione, nessuna fascia sociale. Si cerca ancora di far luce sulla morte di Manuela Petrangeli, uccisa per strada, a Roma, dal fucile a canne mozze del suo ex compagno e intanto nel Trevigiano viene trovata senza vita, con profonde ferite al collo Vincenza Saracino. Il giallo, poi, dei due coniugi, Stefano Del Re e Lorenza Vezzosi, precipitati con l’auto nel Po, anche in questo caso si ipotizza il femminicidio.
E ancora l’ossessione maniacale, di uno stalker, un 33enne albanese, che ha sequestrato una madre di 26 anni e suo figlio di 5, fuggendo in auto per 100 chilometri da un paese padovano sino alla provincia di Trento. Lì, dove sono stati individuati dai carabiniere che hanno arrestato l’uomo. Secondo il racconto degli inquirenti lo stalker avrebbe detto “Sta zitta o fai la fine di Giulia Cecchettin”.
Proprio Giulia, la studentessa padovana martoriata dalle coltellate dell’ex, Filippo Turetta, che nell’inferno di controllo, ricatto emotivo non si arrendeva alla fine del loro rapporto. Uomini, dunque, di età diverse che non accettano le ragioni dell’altro. Che nel momento dell’omicidio non risparmiano neppure i figli: uccisi a loro volta o testimoni della morte della propria madre. Sono oltre 400 gli orfani di femminicidio. Un dato in drammatica evoluzione, come denuncia l’impresa sociale “Con i bambini”. Minori spesso lasciati senza una rete di sostegno con il rischio di essere sopraffatti dal loro trauma.

Condividere.
Exit mobile version