Gli animali di casa un toccasana per tutti, anziani in particolare. La conferma arriva dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria: avere un amico a quattro zampe in età avanzata riduce il ricorso alle visite mediche del 15% e garantisce notevoli benefici alla salute alla pari di un vero e proprio farmaco, oltre a rappresentare un antidoto alla solitudine. 

Per il Servizio Sanitario Nazionale si traduce in un consistente risparmio pari a circa 4 miliardi di euro l’anno. Per questo gli effetti benefici per la salute e il benessere degli anziani della relazione con gli animali domestici è tra i temi al centro del 69/mo Congresso nazionale della Sigg.

L’introduzione di interventi assistiti con gli animali negli over 65, spiegano geriatri e veterinari, ha infatti un’azione benefica su demenza, ansia e depressione, ma anche la semplice compagnia di un animale domestico stimola l’attività motoria e porta a vere e proprie modificazioni fisiologiche come l’abbassamento della pressione e il rallentamento del ritmo cardiaco e respiratorio, con effetti protettivi da infarto e ictus. 

 

Una signora anziana assieme ad un cane (Getty)

“La capacità degli animali di sviluppare un complesso sistema comunicativo non verbale con gli esseri umani, che  nulla ha a che fare con il linguaggio e la memoria, competenze spesso compromesse in presenza di demenza, è alla base del loro utilizzo come terapia complementare, soprattutto negli anziani con difficoltà cognitive, anche gravi, o con patologie psichiatriche”, descrive Marco Melosi, veterinario e vice presidente di VETeris.

“Infatti – precisa – anche una semplice azione, come accarezzare l’animale, riesce a  generare rilassamento e un calore che, attraverso la produzione di  vari neurotrasmettitori, migliora rigidità e ipertrofia muscolare  tipica delle patologie neurologiche, ravviva i meccanismi cerebrali  dell’attenzione e stimola il coordinamento psicomotorio”.        

Lo dimostra, ricorda la nota, anche “un recente studio pilota  osservazionale condotto da VETeris insieme all’associazione Humanimal su anziani con demenza lieve residenti in una Rsa di Firenze nella  quale sono stati introdotti interventi assistiti con gli animali  condotti sotto controllo veterinario e con operatori specializzati nel settore e cani addestrati ad hoc. 

Sulla base dei dati ottenuti dalla  valutazione geriatrica multidimensionale realizzata prima e dopo il  ciclo di intervento assistito con l’animale, è stata osservata una riduzione dei disturbi psico-comportamentali associati alla demenza dell’83,3%, tra i quali anche il senso di smarrimento, un miglioramento della postura, un progressivo aumento delle interazioni e del contatto, sia con i cani che con gli operatori e gli altri  pazienti“.        

“Essere soli a Natale può sicuramente aumentare l’ansia e la  depressione anche nell’anziano senza specifiche patologie, soprattutto se ha da poco perso una persona cara – commenta Chiara Mussi,  ordinaria di Geriatra all’Università di Modena e Reggio Emilia e  co-fondatrice di VETeris – In queste situazioni, il contatto con un  animale può essere un antidoto alla solitudine e colmare anche  parzialmente la sensazione di ‘vuoto'”. 

Tanto che “lo scorso anno è  stato approvato in Senato un emendamento proposto dalla Sigg e da  VETeris, che ha introdotto il principio di promozione del mantenimento degli animali domestici per contrastare la solitudine, preservare  l’indipendenza funzionale e mantenere una buona qualità di vita in età avanzata”, conclude Maria Chiara Catalani, medico veterinario comportamentalista.

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