Era il 22 novembre del 2020 quando il corpo dell’agricoltore 77enne Luciano Coppi fu trovato privo di vita nel letto della sua abitazione di Savignano, nel Modenese. La Procura aprì un fascicolo per omicidio contro ignoti poi, terminate le indagini, chiese l’archiviazione del caso, trattandosi – secondo la perizia medico legale – di morte naturale. Martedì 5 agosto è arrivata la svolta: la badante dell’uomo, una 50enne moldava, è stata iscritta sul registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio volontario.

La morte dell’agricoltore era infatti avvolta nel mistero e la famiglia aveva chiesto da subito di far luce proprio su una eventuale responsabilità della donna, che in quelle ore, a seguito del ritrovamento del corpo di Coppi, sparì nel nulla. Secondo la famiglia l’uomo era stato ucciso. Inoltre, a seguito di accertamenti, emerse che dall’abitazione dell’uomo erano spariti alcuni effetti personali.

Dopo una prima opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dalla famiglia della vittima, il giudice aveva disposto nuove indagini, alla luce della consulenza di parte, che indicava una morte per soffocamento dell’anziano. Il pubblico ministero, lo scorso anno, aveva formulato una nuova istanza di archiviazione del caso. L’avvocato che rappresenta i familiari del 77enne aveva quindi presentato ancora opposizione, depositando una nuova consulenza: secondo il medico legale sussistevano elementi per prendere in considerazione una morte violenta, avvenuta per soffocamento.

A distanza di cinque anni la badante è stata rintracciata e il Giudice per indagini preliminari, accogliendo l’opposizione all’archiviazione presentata dalla famiglia dell’uomo, ha disposto l’imputazione coatta della donna, indagata per omicidio. “Ora il pm – precisa l’avvocato della famiglia – ha chiesto l’incidente probatorio per far luce sulle cause del decesso di Coppi”.

Condividere.
Exit mobile version