Il cosiddetto decreto flussi che ha come titolo “Disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime del caporalato, nonché di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale” arriva oggi in Consiglio dei ministri con un testo che ha richiesto un ulteriori coordinamento tra i diversi ministeri coinvolti.
Il testo, che intende riformare la normativa sui flussi di lavoratori stranieri in Italia ed introdurre un giro di vite sull’attività delle Ong in mare e sui ricorsi dei richiedenti asilo, è atteso dopo che era stato bloccato giovedì scorso.
Il confronto finale è avvenuto ieri nel pre-Consiglio dei ministri presieduto dal sottosegretario Alfredo Mantovano, che aveva negato la scorsa settimana “contrasti tra ministri e tra forze politiche” sul provvedimento. “Si è avviato l’esame – aveva precisato – è una materia molto complessa, che richiede qualche affinamento e qualche precisazione. Il che avverrà in maniera auspicabilmente conclusiva il prossimo Consiglio dei Ministri”.
Uno dei punti in discussione era quello di come regolare i lavoratori stagionali cui è scaduto il contratto e che, a legislazione vigente, sono considerati irregolari. Nel caso della sottoscrizione di un nuovo contratto questi stranieri dovrebbero prima tornare nel proprio Paese per poi essere nuovamente richiamati in Italia. Con la novità contenuta nel decreto si prevede che il lavoratore possa restare in Italia con un permesso per 30 giorni in attesa della sottoscrizione di un nuovo contratto. In alcune bozze precedenti era stato proposto – lo chiedevano le imprese del settore ed i sindacati – un periodo più lungo.
Le sfide del decreto flussi
Il decreto punta a superare il sistema che aveva creato una serie di truffe nei flussi. Si stabilisce così che è irricevibile la domanda del datore di lavoro che nel triennio precedente non ha sottoscritto il contratto di soggiorno all’esito di una precedente domanda. Previsti poi click day separati a seconda della tipologia di lavoratori e ciascun datore di lavoro può presentare al massimo 3 richieste. In via sperimentale, per l’anno prossimo, saranno rilasciati 10mila ulteriori visti d’ingresso per badanti. Una stretta è quindi prevista per le domande di lavoratori provenienti da Paesi “caratterizzati da elevato rischio di presentazione di domande corredate da documentazione contraffatta o in assenza dei presupposti di legge”.
Nel testo anche una maggiore regolamentazione sull’operato degli aerei delle associazioni umanitarie che volano sul Mediterraneo per individuare barche di migranti in difficoltà. I velivoli devono avvisare “immediatamente e con priorità” gli enti competenti per l’area attenendosi alle loro indicazioni. Multa fino a 10mila euro e fermo dell’aereo per chi viola le disposizioni.
Altra norma che ha richiesto un approfondimento – in questo caso tra gli uffici di Interno e Giustizia – è quella che obbliga il richiedente asilo a cooperare con le autorità italiane per l’accertamento della sua identità “e di esibire o produrre gli elementi in possesso anche se detenuti sui dispositivi elettronici mobili, relativi all’età, all’identità, alla cittadinanza”. Vengono inoltre dimezzati da 14 a 7 i giorni entro i quali il richiedente può ricorrere contro il diniego della domanda di asilo. Previsto anche il trattenimento del richiedente “qualora non abbia consegnato il passaporto o altro documento in corso di validità o non presti idonea garanzia finanziaria, o nelle more del perfezionamento della procedura concernente la prestazione della garanzia finanziaria”.