“Le tre persone che si sono rese colpevoli di questa tragedia sono state arrestate”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso della conferenza stampa al comando generale dei carabinieri a Roma dopo l’esplosione del casolare a Castel d’Azzano, nel Veronese. “E’ stato arrestato anche il terzo, rintracciato dopo dai carabinieri”, spiega. Quanto alla dinamica “sembrerebbe che la causa di quello che è successo sia stato determinata dalla saturazione del gas volutamente posta in essere dalla donna che era presente nella casa e poi dall’innesco fatto volontariamente da questa donna. C’erano delle molotov, ma non so se siano state usate nella circostanza e quanto abbiano concorso nella deflagrazione”.

Il ministro ha poi sottolineato alcuni aspetti della tragica esplosione: “La dinamica ci lascia attoniti. Era inimmaginabile che ci potesse essere un livello di aggressività di questo tipo, della quale sono rimasti vittime i poveri tre carabinieri. Si doveva eseguire questo provvedimento di sgombero – ha chiarito Piantedosi – per il quale come dicevo c’era un provvedimento anche dell’autorità giudiziaria. C’erano stati già dei tentativi fatti in passato, si era anche in qualche modo capito che ci si trovava di fronte a delle persone che avrebbero in qualche modo opposto resistenze ma – spiega – sembra che addirittura ci fosse stato un intervento di mediazione. L’Arma di Carabinieri aveva mandato degli esperti mediatori per parlare con gli occupanti e c’era stato un contatto che sembra potesse essere foriere di una composizione tranquilla. Quindi c’è stato apparentemente un atto veramente proditorio, quasi premeditato. Però queste sono prime ricostruzioni, poi è giusto che gli inquirenti facciano il loro lavoro”.

Piantedosi si è poi collegato con alcuni dei feriti. “Siamo qui per darvi tutta la solidarietà e le condoglianze per questa tragedia che mi ha colpito moltissimo ed è l’evidenza della difficoltà del lavoro che fate, di operazioni che troppo spesso, nell’opinione pubblica, vengono sottovalutate”, ha detto il capo del Viminale. E’ il momento della costernazione”, ha aggiunto il ministro, “e di stare vicino, nel dolore, alle famiglie dei tre militari morti e a tutti voi, che avete visto la morte in faccia e i vostri commilitoni morire tragicamente. Vi do un abbraccio fortissimo, grazie per quello che fate e per il sacrificio che ogni giorno affrontate sul territorio”, ha aggiunto.      

Nel corso del colloquio, il ministro ha ascoltato il racconto del comandante provinciale Claudio Papagno, ancora visibilmente provato, che ha spiegato come l’esplosione fosse stata “probabilmente predisposta da tempo”, aggiungendo che “gli autori avevano persino preparato delle molotov sul tetto, pronte a lanciarle dopo aver dato fuoco”. In collegamento nella videochiamata anche uno dei feriti con maggiore ustioni, un carabiniere completamente bendato con i soli occhi visibili, che faceva parte della seconda coppia di militari entrata nel casolare per l’operazione.

Condividere.
Exit mobile version