Nessun dubbio, l’assegno unico non sarà abolito. La conferma del mantenimento della misura a sostegno delle famiglie è arrivata direttamente da Giorgia Meloni in un video pubblicato su X, che la ritrae accanto al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. 

La misura, introdotta dal governo Draghi nel 2021, e dal valore di circa 20 miliardi, riguarda ogni anno oltre sei milioni di famiglie e 10 milioni di figli. 

“No, il governo Meloni non abolirà l’assegno unico nella prossima legge di bilancio – afferma la presidente del Consiglio –  Diffidate dalle fantasiose ricostruzioni su una manovra ancora da scrivere. Noi continuiamo a lavorare per un’Italia migliore e più giusta, dopo anni di disastri della sinistra”. 

Durante la giornata di ieri erano circolate voci, partendo dall’anticipazione di un quotidiano, che ne davano per certa la sua abolizione all’interno della prossima manovra di bilancio. La smentita è chiara, ma non solo: la premier si dice pronta a dare battaglia in Europa visto che la misura è entrata nel mirino della commissione. Quello che viene in sostanza contestato della norma è, piuttosto, la mancanza di universalità visto che a usufruirne è solo chi ha la residenza nel Paese.

“Stiamo dando battaglia in Europa – sottolinea Meloni – proprio perché non si creino problemi visto che la Commissione ci dice che dovremmo darlo anche ai lavoratori immigrati che ci sono in Italia e che di fatto vuol dire uccidere l’assegno unico”. Una possibilità, quella dell’estensione agli extracomunitari, che, già quando erano emersi i rilievi europei, Meloni aveva bollato come insostenibile. Insomma, sostiene la premier, se l’assegno salterà la colpa sarà di un’Europa alla quale da tempo il governo chiede un cambio di rotta.

 

 

In ogni caso, al di là delle smentite, la notizia anticipata che si stia valutando una rivisitazione della norma non viene negata dalla maggioranza. Ritocchi, si puntualizza, con l’obiettivo di rendere la misura più efficace e impattante sui ceti più bassi, non uno stop. 

Se fosse cancellato “sarebbe gravissimo”, ha attaccato la segretaria Dem Elly Schlein che accusa di “settarismo” un governo che “stravolge le misure non fatte da loro, anche se funzionano, per mettere una bandierina”. 

“Un anno fa FdI – sottolinea il capogruppo M5s Stefano Patuanelli – si diceva contrario all’assegno unico, per loro era un bonus da abolire, oggi però corrono ai ripari dicendo giustamente che l’assegno unico non si tocca. Siamo a un livello di presa in giro dei cittadini mai visto”. 

Qualche aggiustamento sarebbe, comunque, alle viste nell’ambito della ricognizione, anche a caccia di risorse, che il governo sta facendo complessivamente su agevolazioni e bonus per valutarne l’effettiva efficacia. Si tratta “non di cancellarlo – sottolinea la capogruppo di FdI in commissione Bilancio alla Camera Ylenia Lucaselli – ma semmai di migliorarlo per fare in modo che le famiglie che ne hanno reale necessità ne usufruiscano”. 

Una delle ipotesi sulla quale i tecnici sarebbero al lavoro è quella, tra l’altro, di escludere l’assegno dall’Isee per evitare un ricasco su altre eventuali agevolazioni. “Sicuramente – osserva il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato (FdI) – c’è una premialità ridotta su natalità e per le famiglie numerose, sulla cumulabilità con Isee e quindi anche su questo bisogna ragionare”. 

Il governo è comunque al lavoro sul complesso del pacchetto famiglia che, per il momento, peserebbe intorno al miliardo. E nel quale sembra piuttosto imprescindibile il capitolo delle madri lavoratrici. L’agevolazione fiscale, finanziata solo fino alla fine di quest’anno per quelle che hanno due figli, va rifinanziato e nelle intenzioni del governo ci sarebbe anche quella di estenderlo alle partite Iva.

 

 

Condividere.
Exit mobile version