Il secondo turno delle elezioni francesi, non senza sorprese, elegge la Francia come Paese più instabile dell’Unione europea. 

Allo stato attuale non c’è una maggioranza. Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra e vincitore del ballottaggio, si propone alla guida del governo: ma sa già che non sarà possibile, visto che il blocco centrista che fa riferimento a Macron ha più volte escluso alleanze di governo con le sinistre – nonostante gli accordi elettorali di desistenza, collegio per collegio, per fermare l’avanzata dell’estrema destra. 

Il primo ministro Gabriel Attal salirà oggi a rassegnare le dimissioni e al presidente Emmanuel Macron spetterà il compito di nominare un nuovo premier. Chi e come?

Gli scenari possibili

C’è chi pensa ora a una separazione delle diverse anime della sinistra che hanno dato vita al Nuovo Fronte Popolare. Il programma comune con cui si sono presentati, molto di sinistra, sembra di difficile applicazione per una maggioranza che non potrebbe fare a meno degli eletti di Ensemble, il blocco di centro. 

All’interno dello schieramento di sinistra, la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon è testa a testa con i socialisti di Raphael Glucksmann e Olivier Faure. I socialisti quasi raddoppiano i deputati rispetto all’Assemblea Nazionale uscente, con una stima fra i 63 e i 69 seggi (ne avevano 31). La France Insoumise viene accreditata di 68-74 deputati contro i 75 nell’ultima legislatura. A loro si aggiungono i Verdi con una trentina di seggi e i Comunisti con 12. 

Proprio Raphaël Glucksmann dopo i primi risultati ha detto che “Siamo in un’Assemblea divisa e dovremo comportarci da adulti. Dovremo accettare che l’Assemblea nazionale diventi il cuore del potere”. 

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Il Costituzionalista Stefano Ceccanti a Rainews.it

Un possibile “governo tecnico” a trazione progressista – sostenuto da chi?

La soluzione che allo stato appare più probabile è quella di un governo tecnico affidato a una personalità progressista di spessore, capace di conservare la maggioranza del Fronte Popolare ma tenendo insieme il movimento centrista Ensemble di Macron. Qualsiasi governo tecnico dovrà comunque avere il sostegno di un’area di centrosinistra- Secondo il Costituzionalista Stefano Ceccanti, la parte più radicale del Fronte Popolare, cioè quella guidata da Jean-Luc Mélenchon più i comunisti, potrebbe mettersi all”opposizione.

Altre vie non sono praticabili. Non lo è un ulteriore scioglimento dell’Assemblea Nazionale, che la Costituzione non permette. L’assetto dell’emiciclo dovrà restare tale almeno per un anno, prima di poter richiamare la Francia alle urne. Ma di fronte a una situazione così complessa è proprio la Costituzione che potrebbe facilitare la nascita di un governo: perché, a differenza di quanto avviene in Italia, l’esecutivo non dovrà chiedere la fiducia parlamentare.

“Dopo l’elezione del presidente dell’Assemblea Nazionale, che sarà un primo test importante per gli accordi all’interno di un’assemblea senza maggioranze, il presidente della Repubblica nominerà un nuovo primo ministro. Il governo – ci dice sempre Stefano Ceccanti – entrerà in funzione subito, senza bisogno di chiedere la fiducia iniziale. In Francia, infatti, spetta ai gruppi di opposizione dimostrare la mancanza di fiducia, presentando una mozione che però dovrebbe avere la maggioranza assoluta dei componenti. Quindi: è vero che non è facile tracciare i confini della nuova maggioranza e il profilo del nuovo primo ministro, ma la nascita di un nuovo esecutivo appare meno gravosa di quanto si possa pensare. E Macron proseguirà il suo mandato fino alla conclusione, nel 2027, come ha più volte ribadito”. 

Ancora l’analisi di Ceccanti:

Quale futuro per le Pen e Bardella?

“Loro ora sono, come dire, sotto botta – anche se hanno già detto che la vittoria è solo rimandata e lavoreranno per le presidenziali”.

La Francia, nel contesto europeo, rischia di essere un paese instabile. Questo significa che l’asse franco-tedesco si indebolisce?

“A mio avviso meno del previsto. Comunque andranno le cose ci sarà in ogni caso un governo amico di Macron e questo fa sì che la Francia possa conservare un ruolo centrale in Europa”.

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