Il clima di una campagna elettorale molto accesa e le forti proteste dei familiari repubblicani delle vittime dell’11 settembre, hanno fatto saltare il patteggiamento con la mente degli attentati dell’11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed e due suoi complici. L’accordo che prevedeva lo stop alla pena capitale nel momento in cui i tre avessero sottoscritto una dichiarazione di colpevolezza è stato prima contestato e poi reso nullo dal segretario di Stato alla difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin.
Khalid Sheikh Mohammed, il presunto ideatore dell’11 settembre, è stato poco dopo la sua cattura durante un raid in Pakistan, 1 marzo 2003 (LaPresse)
Come prima decisione Austin ha rimosso dal caso proprio il funzionario militare che aveva facilitato l’accordo proprio per la sua decisione che avrebbe eliminato la pena di morte come possibile punizione. “Ho stabilito che, alla luce dell’importanza della decisione di stipulare accordi preprocessuali con gli imputati, la responsabilità di tale decisione dovrebbe ricadere su di me”, ha dichiarato Austin in un memorandum indirizzato a Susan Escallier, che supervisiona il tribunale militare di Guantanamo Bay. Quindi attraverso la lettera Austin decide il “ritiro dai tre accordi preliminari che lei ha firmato il 31 luglio 2024 nel caso sopra citato”, si legge nel memorandum, riferendosi a Khalid Sheikh Mohammed e a due presunti complici. Ora, con l’annullamento dell’accordo, i tre rischiano nuovamente la condanna a morte.