“L’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità sono destinati a incidere profondamente sul potenziale di crescita dell’economia italiana”. Lo ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle Considerazioni finali in occasione della Relazione annuale.

“Secondo l’Istat, entro il 2040 il numero di persone in età lavorativa si ridurrà di circa 5 milioni. Ne potrebbe conseguire una contrazione del prodotto stimata nell’11 per cento, pari all’8 in termini pro capite”, ha aggiunto Panetta.

“Salari sotto i livelli del 2000, serve innovazione”
Il basso livello dei salari in Italia, cresciuti in termini reali “molto meno che negli altri principali Paesi europei” e oggi sotto i livelli del 2000 nonostante un recupero lo scorso anno, riflette “il problema centrale” della produttività con incrementi conseguiti finora che “sono incoraggianti, ma non bastano a sostenere lo sviluppo del Paese” dice il governatore della Banca d’Italia, rilevando che “per garantire un aumento duraturo delle retribuzioni è indispensabile rilanciare la produttività e la crescita attraverso l’innovazione, l’accumulazione di capitale e un’azione pubblica incisiva”.

“Dazi pericolosi, a rischio pace e prosperità globale”

I dazi mettono in pericolo l’economia mondiale, minano la fiducia e mettono a rischio la pace e la prosperità globale. E’ l’allarme lanciato dal governatore della Banca d’Italia. “Le dispute commerciali e i conflitti in atto stanno incrinando la fiducia a livello internazionale, con effetti negativi sulle prospettive dell’economia globale”, ha messo in guardia Panetta. “Le politiche protezionistiche – ha osservato – stanno spingendo l’economia mondiale su una traiettoria pericolosa. I dazi oggi in vigore potrebbero ridurre il commercio internazionale di circa il 5 per cento, dando avvio a una riconfigurazione delle filiere produttive globali. Ne deriverebbe un sistema di scambi meno integrato e meno efficiente. Gli effetti rischiano di travalicare la sfera commerciale, alterando la struttura del sistema monetario internazionale, oggi incentrato sul dollaro, e limitando i movimenti dei capitali”. E, secondo il numero uno di Bankitalia, “potrebbero spingersi oltre, frenando la circolazione di persone, idee e conoscenze. L’indebolimento della cooperazione globale, anche in campo scientifico e tecnologico, finirebbe per ridurre gli incentivi all’innovazione e ostacolare il progresso. A lungo andare, verrebbero compromessi i presupposti stessi della prosperità condivisa. Ma il rischio più profondo – ha avvertito Panetta – è un altro: che il commercio, da motore di integrazione e dialogo, si trasformi in una fonte di divisione, alimentando l’instabilità politica e mettendo a repentaglio la pace”.

“Crisi profonda degli equilibri globali”
“Nelle scorse settimane il Fmi ha abbassato le previsioni di crescita mondiale per il prossimo biennio a meno del tre percento, ben al di sotto della media dei decenni scorsi”, ha spiegato il governatore di Bankitalia. “Siamo di fronte a una crisi profonda degli equilibri che hanno sorretto l’economia globale negli ultimi decenni – continua – le politiche dell’amministrazione statunitense ne rappresentano il principale fattore scatenante, ma si inseriscono in un contesto già in rapida trasformazione”.

“Economia europea fragile, ripensare modello di sviluppo”
In Europa “è necessario ripensare il modello di sviluppo che ha sostenuto il continente per decenni. L’ economia europea mostra fragilità strutturali evidenti – ha detto -. La stagnazione della produttività e il ritardo nell’innovazione ne limitano il potenziale di crescita. La dipendenza dall’estero, per gli approvvigionamenti e per la vendita dei propri prodotti, ne aumenta la vulnerabilità in un contesto globale sempre più frammentato”.

“Dobbiamo prepararci a navigare in acque incerte”
Tra Europa e Stati Uniti “le affinità culturali e i legami economici che ci uniscono dovranno alla fine prevalere sugli attriti presenti”, ha evidenziato Panetta. Con le tensioni che si sono innescate dai dazi commerciali dell’amministrazione Trump, “il sistema multilaterale che, pur sbilanciato e non privo di contraddizioni, cercava di risolvere i problemi in base a regole condivise, accogliendo le istanze comuni, è in crisi”, ha detto. 

“Al suo posto, si sta imponendo un ordine multipolare in cui aumenta il peso dei rapporti di forza. Ne stanno risentendo persino le relazioni, storicamente molto strette, tra Stati Uniti ed Europa. Dobbiamo prepararci a navigare in queste acque incerte – ha concluso – senza rinunciare ai nostri valori e senza restare indietro”.

E le ripercussioni di questi sviluppi sull’economia globale sono difficili da prevedere. Lo stesso ruolo del dollaro come architrave del sistema monetario internazionale è messo in dubbio”. 

“L’Ue rimane un baluardo ma non resti ferma”
L’Unione Europea “rimane un baluardo dello stato di diritto, della convivenza democratica e dell’apertura agli scambi e alle relazioni internazionali” ma “non può permettersi di rimanere ferma. Deve avere la capacità di superare i particolarismi nazionali“. Questo l’appello del governatore nelle considerazioni finali che ribadisce come “una risposta comune europea può consentirci di superare le difficoltà attuali“. 

Secondo Panetta “anche l’Italia trarrà beneficio da una incisiva risposta comune” visto che i problemi che assillano l’Europa da “noi sono emersi prima e in modo accentuato”.

“Per lo sviluppo dell’ economia più donne e migranti occupati”

Agevolare l’occupazione delle donne e dei migranti regolari, che possono fornire un contributo “rilevante” allo sviluppo dell’economia, soprattutto nei settori delle costruzioni e del turismo che registrano una scarsa manodopera, ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia,. “Un contributo significativo – ha osservato Panetta – potrà venire da una maggiore inclusione delle donne, la cui partecipazione resta tra le più basse d’Europa, nonostante iprogressi recenti. Investimenti nei servizi per l’infanzia, in particolare per gli asili nido, possono agevolare l’occupazione femminile, ancora ostacolata dalla carenza di strutture adeguate, oltre che da una distribuzione squilibrata degli adempimenti familiari”. 

Per il governatore di Bankitalia, “l’immigrazione regolare può fornire un apporto rilevante, soprattutto nei settori delle costruzioni e del turismo, che registrano una crescente scarsità di manodopera. Il suo contributo può estendersi alle attività a maggior valore aggiunto, a condizione che si riesca ad attrarre profili qualificati. Su questo fronte – ha spiegato – l’Italia sconta un ritardo: tra i principali paesi, è quello con la più bassa quota di immigrati laureati. Ridurre questo divario richiede anche l’adeguamento dei sistemi di riconoscimento dei titoli di studio e delle competenze agli standard europei”.

Condividere.
Exit mobile version