Sono entrate nel vivo le operazioni per il recupero del Bayesian con la riunione operativa che ha visto impegnati i pm della procura di Termini Imerese (Palermo), che indaga sul naufragio, e i consulenti di parte e i legali degli indagati. Presente anche la parte civile, il legale rappresentante del cuoco di bordo morto nell’affondamento del veliero, lo scorso agosto. La prossima riunione è stata fissata per il 18 giugno, quando la barca sarà stata recuperata e portata al porto di Termini Imerese per effettuare gli accertamenti irripetibili.

“Secondo me con il recupero del Bayesian si potranno avere le conferme delle ipotesi dei magistrati, così come ho fatte io delle ipotesi. E sono ipotesi tutt’altro che complottiste. Ma molto più oggettive e legate a fatti particolari. Ovviamente sono ipotesi, la parte più importante sarà l’analisi delle scatole nere. L’emersione della imbarcazione potrà dare delle conferme o meno, non penso che sia l’attività di indagine determinante ma importante certamente”. Lo ha dichiarato l’avvocato Mario Bellavista, legale di parte civile dei famigliari di Recaldo Thomas, vittima del naufragio, unico componente dell’equipaggio.

Porticello, sommozzatori a lavoro per organizzare il recupero del relitto del Bayesian (GettyImages)

Intanto un testimone, Karsten Börner, in esclusiva per l’Adnkronos, sostiene che i portelloni fossero chiusi e dunque non fu colpa dell’equipaggio: “I portelloni del Bayesian erano tutti chiusi, anche pochi istanti prima del naufragio. Ho le prove. Delle fotografie che lo testimoniano. Vorrebbero dare la colpa all’equipaggio. Ma, ripeto, noi abbiamo visto che i portelloni della imbarcazione erano tutti chiusi. Abbiamo scattato delle foto alle 21.45, quando siamo passati proprio attorno alla barca. E non c’era neppure un portellone aperto. E questo emerge anche dalle foto. Abbiamo altri scatti di otto minuti prima dell’affondamento. L’ho riferito anche ai magistrati e alla British Guard Coast Agency”. 

Il Bayesian, il veliero del tycoon britannico Mike Linch, è affondato nel giro di pochi minuti la notte del 19 agosto scorso davanti alla costa di Porticello, nel palermitano, durante un fortunale. Oggi è attesa la piattaforma galleggiante Hebo Lift 10, che contiene la gru galleggiante gigante.

La Hebo Lift 2, giunta il 1° maggio scorso nel porto di Termini Imerese da Ortona, ha trascorso gli ultimi giorni caricando attrezzature di recupero specifiche per il progetto, tra cui un veicolo subacqueo telecomandato e le relative apparecchiature. A bordo sono presenti sommozzatori esperti e altro personale specializzato. Circa 70 operatori mobilitati da tutta Europa per lavorare a questa complessa operazione di recupero, supportati da oltre una dozzina di altri esperti marittimi provenienti da diverse organizzazioni a terra.

La Hebo Lift 2, nel rispetto del cronoprogramma della società TmcMarine che sta coordinando le operazioni di recupero, sarà affiancata in giornata dalla “sorella” Hebo Lift 10. Il secondo pontone galleggiante da 5.695 tonnellate di stazza lorda è una delle gru marittime più potenti d’Europa. È arrivata in anticipo da Rotterdam, nei Paesi Bassi.

Il Bayesian, un maxi yatch di 56 metri di lunghezza e 473 tonnellate di stazza lorda, costruito nei cantieri Perini di Viareggio, è sempre stato considerato “inaffondabile”. Il suo albero in alluminio di 75 metri, il secondo più alto al mondo, sarà tagliato per consentire di riportare più facilmente in superficie lo scafo che giace a 49 metri di profondità. Il naufragio costò la vita a sette persone: oltre al magnate morirono annegati la figlia diciottenne Hannah, il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e la moglie Judy, il legale Chris Morvillo e la moglie Neda, e il cuoco di bordo Recaldo Thomas.

Dopo l’affondamento fu chiesta una sorveglianza rafforzata sul relitto, nel timore che dati sensibili custoditi nelle casseforti di Lynch potessero interessare governi stranieri. Secondo la Cnn, il fondatore dell’azienda di cybersicurezza Darktrace e proprietario del superyacht, sarebbe stato in possesso di informazioni altamente riservate legate ad alcuni servizi di intelligence occidentali contenute in due hard disk crittografati.

Dall’analisi dell’imbarcazione gli inquirenti si attendono risposte per sciogliere i tanti interrogativi legati al naufragio e cercare di stabilire se l’affondamento sia stato causato da una catena di errori umani, come ipotizzato inizialmente dalla Procura di Termini Imerese, o se vi siano altre possibili piste da seguire. Nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, sono finiti tre componenti dell’equipaggio: il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffith che era di guardia in plancia la notte della tempesta. 

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