È un appuntamento con la Storia, per chiudere i conti con il passato e voltare pagina. Salò revoca la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, che era datata 1924. 

Il Consiglio comunale di Salò ha approvato con 12 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto la mozione per il ritiro della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, che gli era stata conferita esattamente 100 anni fa da un funzionario nei primi anni del ventennio fascista. A presentare la mozione Tiberio Evoli, consigliere della maggioranza di centrosinistra. 

Salò fu per un anno e mezzo la capitale della Repubblica Sociale, creata dopo l’8 settembre 1943 per governare i territori controllati dalla Germania nazista dopo che l’Italia aveva siglato l’armistizio con le forze alleate.  A differenza delle due precedenti votazioni, in cui la mozione non passò, dopo vent’anni di amministrazione di centrodestra dallo scorso anno la maggioranza è di centrosinistra – e quindi i numeri c’erano. 

Benito Mussolini nei giorni della Repubblica di Salò (@web)

La cittadinanza a Benito Mussolini fu concessa molto prima della nascita della Repubblica Sociale Italiana. Era il 23 maggio 1924, una ventina di giorni prima dell’omicidio Matteotti, quando il commissario prefettizio Salvatore Punzo firmò il conferimento della cittadinanza onoraria all’allora capo del Governo. Qui il Duce ha anche soggiornato, in quello che oggi è un albergo di lusso nella vicina Gargnano, quando Salò era anche sede di alcuni ministeri. 

“La nostra costituzione poggia su basi antifasciste e quindi direi che è arrivato il momento per compiere questo passo”, ha detto nei giorni scorsi l’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia quando dall’altra parte della provincia bresciana, e precisamente a Nave, in Valtrompia, ha partecipato a un altro momento di comunità: il riconoscimento della cittadinanza onoraria a Manlio Milani, marito di una delle otto vittime di Piazza della Loggia e instancabile presidente della Casa della Memoria di Brescia. 

Villa Feltrinelli a Salò, la residenza sul lago di Garda di Benito Mussolini

Villa Feltrinelli a Salò, la residenza sul lago di Garda di Benito Mussolini (@web)

“Potevamo portare il caso in aula per il 25 aprile ma abbiamo anticipato i tempi”, spiegano i consiglieri di maggioranza che hanno firmato la mozione. Il sindaco Francesco Cagnini, 29 anni, la porta in consiglio comunale sfidando i tentativi delle opposizioni di allungare i tempi della seduta e far saltare l’ordine del giorno. Nel paese gardesano dove Fratelli d’Italia ha intitolato a Giorgio Almirante la sede locale, l’era del Duce questa volta sembra chiudersi davvero. Dopo cento lunghi anni. E dopo Salò il caso cittadinanza potrebbe aprirsi anche a Brescia, dove è ferma dallo scorso 28 ottobre una mozione a firma del consigliere Pd Andrea Curcio che chiede la revoca della cittadinanza onoraria, e in molti altri Comuni di tutta Italia che durante il Ventennio diedero questo riconoscimento a Mussolini. 

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