Joe Biden sarà il primo presidente americano in carica a visitare l’Amazzonia, tappa storica messa in ombra dai timori per la politica ambientale degli Stati Uniti creati dall’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca (il tycoon ha ritirato gli Usa dall’Accordo sul clima di Parigi durante il suo primo mandato e ha avvertito che vorrà fare lo stesso nel secondo). Le preoccupazioni sollevate sugli impegni climatici statunitensi sono legate al fatto che Washington è il secondo maggiore produttore di gas serra al mondo dopo la Cina. 

Il presidente Biden è arrivato a Manaus, nel cuore della più grande foresta pluviale del pianeta, come parte di un tour in Sud America, probabilmente l’ultimo grande viaggio all’estero del suo mandato. Il presidente, che sta per compiere 82 anni, dovrebbe sorvolare la foresta e visiterà il Museo dell’Amazzonia, il Musa, situato nella riserva forestale Adolpho Ducke, entomologo, botanico ed etnografo nato a Trieste nel 1876. Biden incontrerà anche le popolazioni indigene e i funzionari locali che lavorano per proteggere l’Amazzonia.

Amazzonia (Polizia/Esercito Colombia )

Da domani al G20, incontro con Lula e impegno a proteggere l’Amazzonia

Viene sottolineato l’impegno del presidente democratico “nella lotta contro il cambiamento climatico, in patria e all’estero”, ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. “Questa è, chiaramente, una delle cause determinanti della presidenza Biden” ha ricordato Sullivan durante un briefing, mercoledì scorso.

La visita di Biden fa seguito al vertice Asia-Pacifico a Lima e precede l’incontro dei leader del G20 a Rio de Janeiro. Domani, infatti, è in programma l’incontro col presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha fatto della protezione della foresta una delle sue priorità e si è impegnato a ridurre a zero la deforestazione illegale in Amazzonia entro il 2030.

La foresta amazzonica, che si estende su nove Paesi, svolge un ruolo cruciale nella lotta al cambiamento climatico grazie alla sua capacità di assorbire l’anidride carbonica. Oltre a essere una delle regioni più umide del mondo, l’Amazzonia è anche una delle aree più vulnerabili ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale. Con la grave siccità che ha colpito tutto il Sud America, quest’anno il Brasile è stato devastato dai peggiori incendi degli ultimi due decenni, secondo l’Osservatorio europeo Copernicus. La deforestazione ha anche causato la perdita in quattro decenni di un’area più o meno equivalente a quella di Germania e Francia messe insieme, stima un recente studio della Rete Amazon per l’informazione socio-ambientale e geografica (Raisg), un collettivo di ricercatori e Ong.

Fiume in Amazzonia

Fiume in Amazzonia (Associated Press)

Gli impegni di Biden: misure per 82,4 milioni di dollari

In un comunicato, il presidente statunitense ha annunciato “nuovi sforzi per accelerare l’azione globale di conservazione di terra e acqua nella foresta amazzonica, proteggere la biodiversità e affrontare la crisi climatica”, riporta il sito brasiliano G1. “Oggi, nell’ambito del suo storico viaggio in Amazzonia, il presidente Biden annuncerà che gli Stati Uniti hanno mantenuto la loro storica promessa di aumentare i finanziamenti internazionali statunitensi per il clima” si legge ancora nel comunicato.

Tra le misure annunciate da Biden, che ammontano a 82,4 milioni di dollari, un finanziamento di 50 milioni per il Fondo per l’Amazzonia; 7,8 milioni per rafforzare la gestione degli incendi in Brasile; 4 milioni per nuovi modelli di business a beneficio delle imprese e delle famiglie amazzoniche; altrettanti per lanciare l’iniziativa Tapajós (un affluente del Rio delle Amazzoni) e un nuovo accordo di cooperazione tra la Società finanziaria statunitense per lo sviluppo internazionale (Dfc) e la Banca brasiliana per lo sviluppo economico e sociale (Bndes). Biden ha infine annunciato l’istituzione negli Stati Uniti del 17 novembre come Giornata internazionale della conservazione.

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