“Mi sono legata con lo scotch alle gambe del tavolo. Non voglio andare con lui”.  

Stella (nome di fantasia), 5 anni, supplica di rimanere con la sua mamma: si nasconde sotto il tavolo, piange, urla, addirittura si fa dare dello scotch per legarsi a una sedia. Non vuole andare in casa famiglia, separandosi dalla sua mamma. Sentendola urlare arrivano anche ivicini: l’intero condominio, in cui la minore risiede, prende posizione, esprimendo dissenso e preoccupazione per le modalità con cui l’operazione è stata condotta. E così, alla fine, gli operatori che devono eseguire il decreto del tribunale dei minori, secondo il quale la bambina deve entrare in casa famiglia, rinviano il prelevamento coatto.

L’episodio è avvenuto a Roma, nel quartiere Monteverde, solo pochi giorni faIl padre della minore risulta attualmente sotto processo per il reato di maltrattamenti in famiglia, circostanza che solleva interrogativi sulla tutela dei diritti della minore e sulla protezione da eventuali rischi per la sua incolumità. Sul caso è stata convocata una conferenza stampa alla Camera, presente, tra gli altri, anche la mamma della piccola. 

A Roma, una bambina di 5 anni, cresciuta con madre e nonni, ha resistito a un prelievo coatto disposto dal tribunale. Il motivo? Il rifiuto di vedere il padre, rinviato a giudizio per maltrattamenti. Attorno a lei, un intero condominio si è mobilitato, formando un cordone umano per cercare di impedirne l’allontanamento. Una storia straziante, ma purtroppo non isolata”, scrive su fb la senatrice Valeria Valente, già presidente della commissione Femminicidio.  

La deputata M5S Stefania Ascari ha presentato una interrogazione urgente al ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Come si puòpensare – scrive che un atto di tale violenza sia nel supremo interesse del minore? Il caso evidenzia criticità nelle procedure di esecuzione di provvedimenti di allontanamento diminori, che dovrebbero sempre garantire la centralità del loro interesse superiore e, qualora necessari, avvenire con modalità che evitino traumi psicologici e violazioni della dignità degli interessati. 

Inoltre si ripropongono i rischi di prevedere il diritto alla bigenitorialità a ogni costo”. Il padre della piccola risulta attualmente sotto processo per il reato di maltrattamenti in famiglia ma una consulente psicologa del giudice sostiene che la mamma ha trasmesso alla minore il “rifiuto genitoriale” e quindi l’ha esposta a “un trauma dissociativo”. Per la consulente, la bimba, che ha disegnato il padre che le lega le mani e ha raccontato di punizioni e percosse “è suggestionata e immersa nel conflitto tra i due genitori“. Di qui la decisione del tribunale la cuiesecuzione è stata solo rinviata. 

violenze su minori, foto d’archivio (pixabay)

La mamma: né io né mia figlia credute

‘La violenza la deve mettere su una mensola per non inciamparci continuamente’. E’ una delle frasi che Susanna, la mamma del caso di Monteverde a Roma, si è sentita dire dopo aver denunciato il padre della bimba per violenza domestica e aver espresso il disagio e la paura che la bimba aveva di incontrare il padre. Un rapporto di 10 anni quello di Susanna con l’ex compagno, dove la violenza era già comparsa prima della nascita di Stella.

“Secondo gli esperti del servizio sociale e del Tribunale di Roma che seguivano il caso, la colpa non era della violenza, ma della mamma che non avrebbe favorito il rapporto con l’altro genitore. L’accusa della Ctu, ne hanno fatte ben tre a Susanna e sua figlia ma sempre con la stessa consulente, è di ‘rifiuto genitoriale’ da parte della donna, la cosiddetta alienazione parentale sotto mentite spoglie. Il condominio di Monteverde per ben due volte si è mobilitato: nonne, vicini, portieri, amici di una vita sono accorsi nella casa e fuori.

“Mia figlia ha paura di uscire di casa e anche di andare a scuola”, afferma Susanna:”se mi prendono, mi dice, ha capito che a difenderla dalla tutrice e dalle ‘signore’ sono stati i vicini di casa, la mamma con i nonni del palazzo che quelle scene di paura e di maltrattamenti del passato le ricordano bene”.

Frosinone, giovane inglese ricercata dagli Usa per sottrazione di minore

Frosinone, giovane inglese ricercata dagli Usa per sottrazione di minore (Ansa)

La lettera del condominio alla Meloni

La commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio avrebbe chiesto tutti gli atti giudiziari del caso, per vederci chiaro. Intanto il condominio di Monteverde ha scritto alla premier Meloni. Si tratta di giovani, nonne del palazzo, famiglie intere pacifiche sono scese nel cortile e nella casa della bambina che, spaventata dal pericolo che la strappassero dalla mamma – come ha documentato la stampa presente sul posto dopo la segnalazione di alcuni testimoni – si disperava e chiedeva aiuto a tutti coloro che l’hanno vista crescere in questi anni.    

“Carissima presidente, ci rivolgiamo a lei sia in qualità di presidente del Consiglio che di mamma, ma soprattutto in qualità di figlia cresciuta con un solo genitore. Le vogliamo raccontare la storia di Stella, che abita nel nostro condominio. Quattro anni fa la mamma di Stella ha denunciato suo marito per violenze domestiche e da questa denuncia, dopo la separazione, è iniziato il calvario di mamma e figlia”. 

“Nel condominio siamo stati testimoni, molte volte, delle violenze, delle esternazioni, a dir poco singolari, del padre della bambina. Per noi Stella quindi è diventata una figlia, una sorella, una nipotina. Siamo testimoni della gentilezza e della discrezione della mamma, della serenità della bimba quando sta con lei e del suo dolore quando deve andare dal padre. Molti adulti hanno potuto constatare la serenità della bambina e del turbamento della stessa in presenza del padre, con vomito e urla. Si è svolta una conferenza stampa alla presenza dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Marina Terragni, le deputate Stefania Ascari, Laura Boldrini, Sara Ferrari, Luana Zanella, le senatrici Alessandra Maiorino, Valeria Valente la già deputata Veronica Giannone, il consigliere comunale Daniele Diaco, ai quali può chiedere tutto di questa vicenda”, scrivono i condomini. 

“Da cittadini sappiamo bene come le mamme vittime di violenza passino in secondo piano, le deputate hanno dichiarato di essere a conoscenza di centinaia di casi orribili come questo, pertanto confidiamo assolutamente in lei per il cambiamento della legge e magari la costituzione di un organo di controllo su assistenti sociali e giudici. Sappiamo di chiedere cose non da poco, ma lei è il nostro attuale presidente, se non a lei a chi chiedere? Le denunce a carico del padre hanno portato un rinvio a giudizio. In tutto questo a seguito di Ctu, Ctp inascoltate, e relazioni del Sismif non considerate, ci domandiamo se sia prevalso davvero il bene della bambina –proseguono i condomini. Le assistenti sociali e la curatrice, in nome della bigenitorialità ad ogni costo, hanno deciso di ricollocare Stella in casa-famiglia sradicandola dall’amore di tutta la comunità che la circonda, perché anch’essa ritenuta malsana come la famiglia. E’ più che evidente che della violenza non si è tenuto conto- denunciano i condomini di Monteverde- anzi è stata ridotta a difficoltà relazionali dei due coniugi”. 

“Quando è stato necessario abbiamo civilmente e spontaneamente (ci sono video che possono documentare tutto ciò) fatto scudo per impedire il prelevamento della piccola. Abbiamo cercato di parlare con i servizi testimoniando quello che per questi quattro anni è stato sotto i nostri occhi, lo abbiamo fatto in maniera pacifica, ma accorata, tutti le vogliamo bene. La preghiamo faccia luce su questo caso, intervenga in prima persona, non lasci sola Stella (e come lei centinaia di bambini). La piccola inoltre- concludono i condomini- ha nonni giovani e amorevoli, uno zio sposato e padre di una bambina di poco più grande che non sono minimamente stati valutati né presi in considerazione per un eventuale ricollocamento. Per sua opportuna conoscenza la Corte d’Appello ha ritenuto ammissibile un ricorso che si discuterà il 15 maggio”, concludono.

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