Non volevo abbandonare i miei bambini. Ma adesso, per il loro bene, forse è meglio che non torni più“. Ha parlato così, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali, la madre dei due bimbi, di due e quattro anni, ritrovati da soli dai carabinieri il 23 maggio, a Torino, in un appartamento spoglio, cosparso di sudiciume e punteggiato persino dai rimasugli del consumo di droga. La donna ha 25 anni, è di origini brasiliane e, in base ai resoconti, ha detto ad un’amica di aver letto su internet le notizie dell’intervento delle forze dell’ordine: “mi sono spaventata, ed è per questo che non ho fatto rientro“.

L’alloggio è in una zona che non è fra quelle considerate malfamate. La giovane madre, che è seguita dai servizi sociali, risulta in regola con il permesso di soggiorno, lavorava in una palestra vicino casa – almeno fino a qualche tempo fa – ed era una calciatrice amatoriale, nel senso che giocava a calcetto insieme alle amiche nei vari campi della città. Ora è stata denunciata per abbandono di minore

Prima di prendere dei provvedimenti per il compagno, invece, bisogna sciogliere alcuni nodi da giureconsulti: l’uomo non ha mai riconosciuto formalmente i due bambini. Le forze dell’ordine erano intervenute in via Carrera dopo una segnalazione. Qualcuno aveva sentito dei pianti provenire dall’alloggio. Una volta entrati, i carabinieri si sono imbattuti in uno scenario desolante e preoccupante al tempo stesso: sparse in giro c’erano anche delle pipette di quelle che si usano per assumere il crack

I fratellini sono stati portati subito all’ospedale infantile Regina Margherita per gli indispensabili accertamenti e, almeno su uno di loro, sembra che siano stati trovati i segnali della positività allo stupefacente: è probabile che abbia maneggiato per gioco qualcuno degli oggetti lasciati incustoditi. Per il resto, fonti informate dicono che, per quanto possibile, “stanno bene“. I magistrati minorili hanno già trovato una famiglia per l’affidamento temporaneo dei piccini. Si profila l’apertura dell’iter per l’adottabilità. E la madre è stata chiara: “Forse è meglio che, per il loro bene, me li portino via“.

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