Amo questa città. Sono un architetto e non un ‘cementificatore’. E ho fiducia nel lavoro della magistratura“,  scrive il presidente della Triennale, Stefano Boeri, in un lungo post pubblicato sui social in merito al suo presunto coinvolgimento nella maxi inchiesta della procura di Milano sull’urbanistica.

“L’autorità giudiziaria accerterà la mia totale estraneità alle scorrettezze che mi vengono imputate”, prosegue l’archistar del Bosco Verticale (per cui non sono state richieste misure cautelari). 

 

Stefano Boeri è stato travolto da una nuova inchiesta della Procura di Milano che ha portato alla richiesta di arresto per sei persone (tra cui l’assessore comunale, poi dimessosi, Giancarlo Tancredi), dopo quelle per turbativa d’asta e false dichiarazioni per il caso della Biblioteca europea in Porta Vittoria e per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli.

Questa volta sull’architetto pesa l’accusa di aver esercitato “pressioni indebite e reiterate” sul presidente della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni, per cambiare un parere inizialmente sfavorevole sul progetto “P39 – Pirellino”, sviluppato da Coima Sgr S.p.A. e progettato da Boeri stesso.

Per la Procura, “l’interesse privatistico” di Boeri e del proprio committente, Coima, ha prevalso sull’interesse pubblico e interferito su un parere tecnico” strettamente legato al pronunciamento dell’organo amministrativo preposto, rappresentato dal Comune di Milano e dalla Commissione per il paesaggio.

“Milano è attrattiva, vinca la sfida dell’inclusione”: Stefano Boeri celebra il decennale del Bosco (RaiNews)

Condividere.
Exit mobile version