Alle 8 è arrivato il dato più importante della giornata, quello sul Pil tedesco. Confermata la stima preliminare: nel secondo trimestre è sceso dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. È scesa anche la fiducia dei consumatori registrata da Gfk, da -18 a -22. Dati che seguono la discesa dell’indice della fiducia delle imprese, pubblicato ieri dall’Ifo, e quella dell’indice dei direttori acquisti (Pmi) della scorsa settimana, sempre riferiti alla Germania.
Per le borse europee l’apertura è in rialzo. Il Ftse Mib di Milano segna +0,42%. Londra, ieri chiusa, sale dello 0,46%; Parigi +0,25%; l’indice di Francoforte è quasi invariato, +0,04%.
La scorsa settimana si era invece chiusa con netti rialzi dopo che la Fed americana con il suo governatore aveva annunciato che è arrivato il momento di tagliare i tassi.
Sulla scia di queste parole ieri l’indice Dow Jones a Wall Street ha toccato durante la giornata il massimo storico (+0,16%). Negativo invece il Nasdaq dei tecnologici (-0,85%), domani ci sarà l’attesissima trimestrale di Nvidia, il gigante dei microchip.
A preoccupare però sono le tensioni in Medio Oriente, che ieri hanno portato il petrolio a salire di oltre il 2%, anche perché nell’Est della Libia il governo di Khalifa Haftar ha bloccato l’export di petrolio nell’ambito di uno scontro con il governo di Tripoli riconosciuto dall’Onu. Oggi il prezzo del Brent rimane sui livelli di ieri, a quota 81,35 dollari al barile (future di ottobre 2024).
A Piazza Affari in luce soprattutto le utilities (+1,04% per l’indice del settore), seguite dai comparti dei beni di consumo ed energia. Tra i titoli del paniere principale i maggiori rialzi sono per Enel, Campari, Nexi ed Erg, tutti in salita di poco oltre l’1%. Solo 5 titoli in ribasso sul Ftse Mib, il maggiore calo è per Leonardo, -0,27%.