Un recupero nel finale non basta a salvare la giornata per la Borsa di Milano e gli altri listini europei. La risalita a sorpresa dell’indice dei servizi americani le allontana dai minimi di giornata, ma le chiusure sono comunque in profondo rosso: Milano a -2,37%, peggiore in Europa; perdono tra il punto e mezzo e i due punti percentuali le altre piazze principali. Cali comunque più contenuti del -12,40% della Borsa di Tokyo che che ha vissuto la peggiore seduta della sua storia .
Una tendenza negativa che ha contagiato anche Wall Street, e soprattutto il Nasdaq, l’indice dei titoli tecnologici. Perché anche oggi sono i titoli dell’high tech a pagare il prezzo più alto, quelli che nei mesi scorsi hanno corso tantissimo, bruciando un record di capitalizzazione dopo l’altro, e che oggi pagano l’incertezza ma anche forti prese di beneficio – chi li aveva comprati e ha visto salire molto il prezzo ora li vende e incassa la differenza. New York resta in rosso ma ora tutti e tre gli indici riducono le perdite a meno del 3%. Il Dow Jones è a -2,37% a 38.794,37 punti, il Nasdaq è risalito a-2,59% a 16.342,09 punti, mentre lo S&P 500 è a -2,42% a 5216,96 punti.
Sul banco degli imputati l’economia statunitense
Incombe l’ipotesi di una recessione Usa, che a catena rischia di contagiare l’Europa, moltiplicando i dubbi sulla tempistica fin qui scelta dalla Fed. Ma le novità di giornata sono anche le ipotesi – inedite – su un intervento straordinario da parte di Jerome Powell. O almeno è quello di cui sono convinti gli analisti per i quali, se “si verificassero fattori esogeni come la guerra o un forte rallentamento dovuto ad una disoccupazione fuori controllo ci saranno interventi come il QE come in passato”, mentre altri non escludono “che un prolungato periodo di instabilità sui mercati azionari possa spingere la Fed anche a convocare il Fomc (la commissione operativa) in un meeting straordinario per ridurre di 25 punti base i tassi”.