Botswana, elefante carica i turisti troppo vicini ai cuccioli. Tutti salvi

Un’escursione tra i canali del Delta dell’Okavango, in Botswana, si è trasformata in un incubo per un gruppo di turisti britannici e statunitensi quando una femmina di elefante ha reagito alla loro presenza caricandoli. Le immagini, diffuse sui social media dal Parco Nazionale di conservazione, documentano l’attacco e i momenti di panico che ne sono seguiti.

Il gruppo stava viaggiando a bordo dei tradizionali mokoros, canoe spinte a palo dai ranger locali. Le riprese mostrano le imbarcazioni che si avvicinano a un branco di elefanti, fra i quali si notano alcuni cuccioli. Secondo gli esperti, è proprio questa circostanza ad avere innescato la reazione della madre, che è partita alla carica. Le guide hanno provato disperatamente a allontanarsi remando all’indietro, ma era troppo tardi.

Il pachiderma travolge due imbarcazioni, ribaltandole con la proboscide e con le zanne e facendo cadere i turisti nelle acque poco profonde e infestate da coccodrilli e ippopotami. L’elefante continua a puntare contro di loro, prendendo di mira in particolare una donna che spinge sott’acqua con la proboscide.

Per alcuni interminabili secondi, la turista è rimasta intrappolata mentre l’elefante sembrava cercarla nel fango. È stato il momento più drammatico: “Bastava qualche istante in più perché la vicenda avesse un esito tragico”, ha spiegato un ex ranger sudafricano al Daily Mail. Per fortuna, l’animale desiste, si ricongiunge al branco e prosegue il cammino con i piccoli.

La donna, visibilmente scossa, riemerge barcollando e, con l’aiuto del marito, torna verso la riva. Nonostante l’impatto e la paura, nessuno ha riportato ferite gravi. Alcuni dispositivi elettronici, come telefoni e fotocamere, sono andati distrutti, ma per fortuna l’episodio si è concluso senza danni maggiori.

Secondo i ranger, si è trattato di una reazione istintiva e prevedibile; l’errore è stato quello di avvicinarsi troppo al branco: “Una madre non tollera intrusioni, soprattutto in acqua, dove si sente più vulnerabile”.

L’episodio, ironia della sorte, è avvenuto sabato 27 settembre, Giornata Mondiale del Turismo. Un monito allo sfruttamento delle risorse naturali e un richiamo alla prudenza. 

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