Meno di 24 ore ed è un anno dalla strage di Brandizzo, Torino. Un anno da quando, nella notte tra il 30 e il 31 agosto, persero la vita cinque uomini falcidiati dal passaggio di un treno mentre erano al lavoro sui binari. “Un anno e non è cambiato nulla”, dicono i familiari di Kevin Laganà, 22 anni, la vittima più giovane, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo.
Gli operai furono presi in pieno da un treno lanciato a 160 chilometri orari, diretto al deposito mentre stavano effettuando lavori di manutenzione sulla tratta. Ci vollero ore per identificare i resti e dare un nome a chi dei cinque appartenessero.
“È passato un anno e non abbiamo avuto risposte, non sappiamo ancora chi siano i colpevoli, non abbiamo ancora neanche potuto ritirare gli effetti personali dei nostri cari. Non ci interessano i risarcimenti, ci interessa che ci dicano come sono andate le cose e che si faccia giustizia”.
Sono parole piene di amarezza e rabbia, quelle di Edoardo Aversa, fratello di Giuseppe. Insieme ad altri due fratelli e a una cognata, Edoardo Aversa ha partecipato alla presentazione della Settimana del Lavoro Sicuro e si è detto “deluso perché ad oggi non abbiamo nessuna risposta, non c’è stata nessuna punizione. Spero che venga fatta giustizia nel vero senso della parola. Nessuno ci ha contattato, noi non abbiamo più visto nostro fratello – ha aggiunto ricordando quei giorni – si sono permessi di spostare il treno fino ad Alessandria ancora con i pezzi dei ragazzi attaccati”.
Parlando di suo fratello ha ricordato che “Giuseppe era molto attento alla sicurezza, non gli piaceva rischiare. È stato fatto tutto a loro insaputa, se avessero saputo non si sarebbero messi sui binari“.
Gli ex colleghi delle vittime ai PM: “Si lavorava anche senza autorizzazioni”
“Abbiamo confermato quello che avevamo già detto, cioè che si lavorava anche senza autorizzazioni”, aveva affermato a settembre, uscendo dalla Procura di Ivrea, Antonio Veneziano, un ex dipendente della Sigifer. “Dalla giustizia mi aspetto che vadano in galera e che chiuda l’azienda”, la risposta di Veneziano ai cronisti dopo aver trascorso cinque ore all’interno del Palazzo di Giustizia con un altro ex collega, Marco Buccino.
Brandizzo. Fiori e un casco con un cuore rosso che sanguina in memoria dei 5 operai uccisi dal un treno (Ansa)
Gli indagati sono i due superstiti del gruppo di lavoratori: Antonio Massa, allora caposcorta di Rfi, Andrea Gibin Girardin, capocantiere di Sigifer, l’azienda incaricata di effettuare i lavori di manutenzione, e, sempre di Sigifer il direttore generale Franco Sirianni, il direttore tecnico Cristian Geraci, la legale rappresentante Simona Sirianni e il socio Daniele Sirianni.
Oltre a loro risultando indagati anche due dirigenti di Rfi Gaetano Pitisci e Andrea Bregolato e la stessa Rete Ferroviaria italiana, come società.
Sono ancora diversi i punti da chiarire di quella notte, su come fu gestita l’autorizzazione a procedere ai lavori con la tratta però agibile. L’elemento chiave nelle indagini iniziali sono le telefonate avvenute prima del disastro fra l’addetto di Rfi al cantiere di Brandizzo, Antonio Massa, uno dei due indagati dalla Procura di Ivrea che che si sta occupando dell’inchiesta, e la dirigente movimento di Chivasso. In quella telefonata, a quanto era risultato, non venne concesso alcun via libera al cantiere.
Quando a mezzanotte l’addetto Rfi richiamò Chivasso per ottenere il nulla osta, il primo treno di linea è già transitato sul binario 1 ed è possibile che venne stato erroneamente scambiato per il secondo che, invece, stava arrivando proprio in quel momento.
Si trattò dell’ultima telefonata tra l’addetto di Rfi al cantiere di Brandizzo e la dirigente movimento e registrò la strage degli operai travolti dal treno che, a quel punto, erano già sui binari, benché non vi fosse stato alcun via libera dalla centrale. Nella telefonata, prima che la linea cadesse, si sentì sopraggiungere il convoglio: la strage era compiuta.
Al corteo di Vercelli i familiari delle vittime di Brandizzo (ANSA)
La settimana lavoro sicuro
In occasione del primo anniversario della strage nasce la “Settimana del Lavoro Sicuro”, iniziativa dell’associazione Sicurezza e Lavoro insieme al Comune di Brandizzo, ai sindacati edili FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, ai famigliari delle vittime, con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte e da Citta’ metropolitana di Torino.
“Abbiamo voluto organizzare una serie di iniziative di riflessione insieme a Istituzioni, sindacati, enti e familiari delle vittime – spiega Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – per non dimenticare quanto avvenuto a Brandizzo, in attesa di ottenere piena giustizia per le vittime, e per continuare la nostra azione di sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza sulle tematiche della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Tra le iniziative, venerdi’ 30 agosto, giorno dell’anniversario della tragedia, alle 9.30 nella piazza della Stazione di Brandizzo, è prevista la commemorazione ufficiale davanti al monumento dedicato alle vittime. A seguire, il convegno “Brandizzo un anno dopo” per fare il punto sulla situazione della salute e sicurezza sul lavoro in Piemonte e in Italia, insieme alle Istituzioni, all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ai sindacati e alla presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, Chiara Gribaudo.
Nell’occasione ci sarà l’inaugurazione del nuovo allestimento della mostra fotografica sulla strage ferroviaria di Brandizzo “Morire sui binari”. In programma, intorno alle 21.30, una fiaccolata dalla chiesa sino alla stazione ferroviaria.
Molte le iniziative in programma durante la settimana, come l’annuncio della realizzazione di un murale commemorativo con i sindacati edili, l’avvio di interventi nelle scuole nell’ambito del progetto “A scuola di Sicurezza” con Fillea Cgil Torino e Piemonte, la presentazione di un bando per una borsa di studio promossa con Filca Cisl Piemonte Orientale rivolta a studenti e studentesse dell’ultimo anno dell’Istituto Iis Cavour di Vercelli e l’annuncio della piantumazione di cinque alberi in memoria delle vittime promossa con Filca Cisl Torino nel parco dell’area fieristica di Brandizzo
Alla presentazione della Settimana del Lavoro Sicuro ha mandato un messaggio Antonino Laganà, fratello della vittima più giovane, Kevin. “C’è tanta rabbia – scrive – Quanto bisogna aspettare per ottenere giustizia? E sentir parlare tutti i giorni di incidenti sul lavoro ci fa stare ancora peggio, vuol dire che non è cambiato nulla. Non molleremo mai – conclude – finché i responsabili della morte del mio fratellino e degli altri ragazzi non saranno assicurati alla giustizia”.