Piacenza si è svegliata nell’angoscia questa mattina, una comunità sconvolta dopo la morte di una ragazzina di origine albanese, 13 anni da compiere, studentessa di liceo, precipitata dal balcone di casa in un cortile condominiale, in via IV Novembre, in un palazzo padronale che fronteggia le mura rinascimentali della città. 

Al fatto era presente un ragazzo albanese di 15 anni, con il quale la vittima avrebbe avuto una relazione che forse intendeva troncare. Il coetaneo è stato trattenuto fino a notte al comando provinciale dei Carabinieri e interrogato dagli investigatori del Nucleo investigativo di Piacenza coordinati dal capo della Procura di Piacenza Grazia Pradella e da un pm della procura per i Minori arrivato nel pomeriggio di ieri da Bologna. Il ragazzino, rilasciato, è potuto tornare a casa.   

La sua versione – secondo quanto riferisce oggi il quotidiano Libertà di Piacenza – sarebbe quella di un gesto volontario da parte della ragazza, il cui corpo è stato trasportato all’Istituto di Medicina Legale di Pavia per l’autopsia che dovrebbe essere eseguita a inizio della prossima settimana.   

Gli amici di lei, sentiti dal quotidiano piacentino, sostengono che “non era il tipo da buttarsi” e che anzi “stava pianificando un viaggio a Parigi con la mamma”. E riferiscono di un tira e molla affettivo tra i ragazzini, sostenendo che potevano esserci problemi tra i due.

Le indagini dei carabinieri sono mirate “a chiarire la dinamica e i movimenti della minore nelle ore precedenti alla caduta nonché a valutare l’eventuale coinvolgimento di coetanei”. Lo specifica la Procura per i minorenni, con il procuratore Giuseppe Di Giorgio.

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