Un caldo senza precedenti, opprimente in particolare nelle zone centrali e orientali del continente, compresa buona parte dell’Italia. Il resto del territorio colpito da precipitazioni abbondantissime e spesso concentrate in brevi periodi di tempo, con tutti i disastri che ne conseguono, dalla Romagna a Valencia. Il 2024 ha visto un’Europa divisa in due, ma comunque alle prese con gli effetti del riscaldamento globale. È quanto emerge dal nuovo rapporto sullo stato del clima europeo pubblicato dal Servizio per il Cambiamento Climatico C3S del programma di osservazione della Terra Copernicus dell’Unione Europea insieme all’Organizzazione Meteorologica Mondiale.

Lo studio

Lo studio, frutto del lavoro di un centinaio di scienziati, analizza su scala europea dodici mesi che sono stati da record in tutto il pianeta. L’anno più caldo a livello globale da quando si rilevano dati, il primo a superare la soglia di +1,5°C rispetto al periodo preindustriale, è stato altrettanto eccezionale anche in Europa. “La tendenza al riscaldamento del continente è chiarissima e il 2024 aggiunge un altro punto a questa serie di record – dice il direttore del C3S Carlo Buontempo – Il clima europeo si riscalda più rapidamente della media globale. Negli ultimi decenni l’Europa è andata a circa mezzo grado per decennio, che vuol dire quasi il doppio della media del pianeta”.

L’elenco delle conseguenze negative è lunghissimo. Nel 2024 sono stati rilevati livelli di stress da calore sopra la media nel 60% del continente. I ghiacciai sono stati in ritirata ovunque e in particolare in Scandinavia e nelle isole Svalbard. Vaste aree sono state colpite dagli incendi, con il Portogallo che a settembre in una sola settimana ha visto andare in fumo 1100 chilometri quadrati di territorio.  

Il 2024 è stato anche un anno segnato dalle alluvioni, le più vaste dal 2013. Sono oltre 400.000 le persone che hanno dovuto fare i conti con gli allagamenti. Le vittime sono state almeno 335. Entreranno negli annali gli eventi di Valencia e della Romagna, ma anche i disastri causati in buona parte dell’Europa Centro-orientale dalla tempesta Boris a settembre, quando la parte alta del Danubio ha ricevuto una quantità di pioggia senza precedenti gli ultimi 60 anni. 

Anomalie nella portata dei fiumi nel 2024 (Copernicus ECMWF)

Danni per miliardi di euro

Dal punto di vista economico, il conto è salatissimo. Si stima che i fenomeni meteorologici estremi abbiano causato danni per 18,2 miliardi, l’85% dei quali dovuti alle alluvioni. 

“Il cambiamento a cui assistiamo è talmente grande che penso che questo ci imponga di ripensare al modo in cui facciamo quasi tutto – continua Carlo Buontempo – Dal modo in cui coltiviamo al modo in cui costruiamo e gestiamo le emergenze in qualsiasi attività che ha una dipendenza diretta o indiretta dal clima e dall’acqua. Questo adattamento è già una necessità oggi, non in futuro lontano”. Non a caso, secondo il rapporto il 51% delle città europee ha predisposto un piano di adattamento climatico. Nel 2018 lo possedeva solo il 26% del totale. 

Un altro dei pochi elementi positivi è la crescita della percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili: nel 2024 è arrivata al 45% del totale. È il risultato degli sforzi europei per decarbonizzare il sistema energetico e limitare così le emissioni di gas serra che causano il riscaldamento globale. 

Energia da fonti rinnovabili in Europa nel 2024 (Copernicus ECMWF)

Cosa fare

“Ogni frazione di grado nella crescita delle temperature è importante perché accentua i rischi per le nostre vite, per l’economia e per il pianeta – dice il segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale Celeste Saulo – Con i nostri partner stiamo intensificando gli sforzi per rafforzare i sistemi di allerta e i servizi sul clima per aiutare chi deve prendere le decisioni e per aiutare le società in generale ad essere più resilienti. Stiamo facendo progressi ma dobbiamo dobbiamo andare oltre e lo dobbiamo fare più velocemente e tutti insieme”.

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