L’episodio della catena della bici, lasciata penzolante sui fili della rete ferroviaria presso la stazione di Montagnana (Padova) è solo l’ultimo episodio denunciato dai tecnici di RFI, su cui indagherà la Digos, che hanno spinto la Procura di Roma, mercoledì scorso, ad avviare un’indagine su presunti “sabotaggi”. I sospetti delle Ferrovie dello Stato finiranno sul tavolo dei magistrati di piazzale Clodio, che avvieranno un fascicolo per fare chiarezza su quanto sta avvenendo negli ultimi mesi sui binari di tutta Italia. Incidenti, danneggiamenti e soprattutto tanti disagi e ritardi su precise arterie ferroviarie, in giorni e orari cruciali per la circolazione, con pesanti ricadute su tutta la rete.

La denuncia della società è stata presa in carico dalla Digos della Questura di Roma, che poi invierà l’informativa presso la Procura della Capitale nei prossimi giorni. Non è escluso che si possa procedere non solo per il reato di danneggiamento, interruzione di pubblico servizio ma anche per terrorismo, così come avvenuto già in passato in alcuni processi a carico di attivisti No Tav. Nel suo esposto, Ferrovie dello Stato parla di “circostanze altamente sospette” e nell’atto che finirà all’attenzione dei magistrati fa riferimento agli orari in cui si sono verificati “alcuni problemi, il tipo di guasti e la loro frequenza”.

La tesi è quella che qualcuno abbia preso di mira volontariamente la rete ferroviaria per creare caos e disagi in aree nevralgiche del Paese. Sarà ora la Procura a chiarire cosa stia accadendo, salvo prima decidere a quali magistrati affidare l’inchiesta, o eventualmente le inchieste, in base al luogo in cui sono stati registrati i presunti reati. Non è comunque la prima volta che le Procure avviano indagini su atti di sabotaggio contro infrastrutture ferroviarie. Molti sono, per esempio, i fascicoli che riguardano gli attivisti del movimento No Tav, in azione principalmente in Val di Susa. In quel caso, ad essere presa di mira è la nascente linea dell’alta velocità Torino-Lione, con lancio di petardi, danneggiamenti e sabotaggi per bloccare la realizzazione dell’opera.

La matrice anarchica è stata individuata dagli investigatori in un’altra recente indagine che ha riguardato il sabotaggio di alcune strutture elettriche a Rovezzano, alla periferia di Firenze, considerato uno degli snodi strategici tra alta velocità e circolazione convenzionale. Gli autori diedero fuoco ad un pozzetto-centralina, lasciando l’Italia spezzata in due. Proprio come avviene ormai troppo spesso lungo i binari di tutto il Paese.

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