Il dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi sarebbe valido. Lo anticipa il quotidiano La Repubblica sulla base di una dichiarazione rilasciata venerdì scorso dal genetista Marzio Capra, storico consulente della famiglia della vittima.

“Per questa analisi sul dna dei margini ungueali – ha detto -dovremo effettuare tutti gli eventuali confronti”. L’avvocato Francesco Compagna, legale di Marco Poggi, ha precisato che “quel dna non era attribuibile, non c’era alcun elemento, ci sono dei dati probatori reali. Stiamo dando l’impressione agli italiani che non esistono le scienze forensi, che ognuno può fare una relazione e metterla lì”.  Se il profilo genetico che ha fatto riaprire le indagini a carico di Andrea Sempio è utilizzabile, verrà quindi sottoposto a confronto nell’ambito dell’incidente probatorio, per il quale i periti hanno chiesto e ottenuto dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli una proroga di 70 giorni.

L’ex procuratore Venditti sotto la lente della procura di Brescia

Svolta nelle indagini sul caso Garlasco: ieri si sono svolte perquisizioni di Carabinieri e Guardia di Finanza nelle abitazioni di ex investigatori ed inquirenti che parteciparono alle indagini sul delitto di Chiara Poggi. Sotto la lente le abitazioni dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, in quelle di zii e genitori di Andrea Sempio e di due ex carabinieri in servizio nel 2017, anno in cui Venditti ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta su Sempio, presso la Procura di Pavia. Si indaga  su un flusso di denaro.

Sono state ascoltate dalla guardia di finanza di Pavia, su delega della procura di Brescia, le persone coinvolte nelle perquisizioni, compresi i genitori di Sempio.

Caso Garlasco, quell’appunto a penna su un block notes in casa Sempio
 

Il decreto, firmato dalla Procura di Brescia, si inserisce nell’inchiesta che coinvolge l’ex procuratore capo di Pavia Venditti indagato per corruzione in atti giudiziari: il sospetto è che abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.

Lui si difende: “Mai preso soldi, sono offeso e amareggiato. Facciano quello che vogliono, non ho paura”

“Quello che è successo oggi mi offende come uomo e come magistrato che per 45 anni ha servito lo Stato, non mi meritavo tutto quello che sta succedendo. Dalle indagini verrà fuori la verità, che mi scagionerà sicuramente, perché io non ho mai preso soldi da nessuno o benefit per mercificare la mia funzione, ma nessuno mi potrà mai restituire l’onore che mi è stato leso oggi con questa attività” afferma l’ex pm di Pavia Mario Venditti.

L’ex pm – intervenuto a Quarto Grado – preferisce non entrare nei dettagli contestati nel provvedimento di perquisizione e sequestro (eseguito oggi), rimarca la sua decisione e alla domande se archivierebbe ancora Sempio, replica: “Assolutamente sì” e alla domande se è convinto dell’estraneità dell’indagato nel delitto di Chiara Poggi ribadisce “Assolutamente sì”.

“Sono più che amareggiato. Io sono a disposizione, io da qui non mi muovo, facciano quello che vogliono… dopo quello che è successo oggi, non ho più paura di niente. Il mio nome è nel fango. Riferirò all’autorità inquirente quando verrà chiamato” conclude Venditti nel suo intervento telefonico.

Perquisite 9 persone, le loro case, le auto e i tablet. Coinvolti anche Andrea Sempio, cinque suoi familiari e L’ex procuratore Venditti

Sono nove le persone sottoposte a perquisizione “personale, della loro abitazione e dei luoghi nella loro disponibilità” dalla Procura di Brescia. L’ex procuratore di Pavia, al momento, risulta essere l’unico indagato. Le perquisizioni hanno riguardato anche Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, padre e madre di Andrea Sempio, unico indagato nell’ambito della nuova indagine della Procura di Pavia per il delitto di Chiara Poggi. Perquisiti anche lo stesso Andrea Sempio, uno zio paterno, Patrizio Sempio, e due zie paterne, Ivana e Silvia Maria Sempio, oltre agli ex carabinieri, ora in congedo, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. La guardia di finanza questa mattina anche a Campione d’Italia nell’abitazione dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti,  al momento unico indagato.

Le perquisizioni hanno riguardato pure “i luoghi di dimora anche occasionale, pertinenze e autoveicoli” delle nove persone, nonché i loro “pc, smartphone, tablet e ogni altro supporto di archiviazione di dati”.

Il legale di Stasi: “Le nuove accuse sono di gravità inaudita”

“L’ipotesi accusatoria è talmente grave che credo non debba essere commentata da un semplice avvocato. I magistrati dimostreranno la fondatezza di queste indagine, ma la gravità dei fatti contestati è inaudita“. Così l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, sulla nuova indagine sul caso Garlasco che vede indagato l’ex procuratore Mario Venditti. “L’indagine che ha portato Stasi in carcere è stata costellata da errori e orrori, come cancellare un alibi. L’indagine di oggi di Pavia e quella di Brescia sono costellate di approfondimenti. Qui si aggiunge, non si toglie. E quando si aggiunge di solito si sbaglia meno”.

I carabinieri del Ris entrano nella villetta della famiglia Poggi di Garlasco, Pavia, (ansa)

Quel vecchio appunto con la grafia del padre di Sempio. Legale: “serve perizia calligrafica”

Il sospetto nasce, secondo indiscrezioni, da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes ‘Venditti / gip archivia X 20-30 euro’ con la data ‘febbraio 2016’. Un promemoria che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, il padre del nuovo sospettato del delitto della ventiseienne, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva nel 2017. “Serve una perizia calligrafica per attribuire i pizzini a chicchessia“. Lo ha detto l’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, commentando la notizia dell’indagine sull’ex procuratore di Pavia. E ancora: “Per me quello era un preventivo di spese legali”, ha spiegato Massimo Lovati.
 

 

Le movimentazioni anomale sui conti bancari

Gli investigatori sarebbero sulle tracce dei flussi di denaro versati dai familiari di Andrea Sempio per ottenere l’archiviazione dell’indagine aperta a suo carico nel 2017.

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno individuato con “accertamenti bancari” una serie di “movimentazione anomale” sui conti della famiglia Sempio, tra dicembre 2016 e giugno 2017, che porterebbero a ipotizzare la presunta corruzione. Le zie paterne dell’indagato per l’omicidio, Ivana e Silvia Maria Sempio, “hanno emesso assegni per complessivi 43mila euro a favore del fratello Giuseppe“, padre di Andrea. E nello stesso periodo padre e figlio “hanno effettuato prelievi in contanti per 35mila euro”. Prelievi “del tutto incongrui rispetto alle loro ordinarie movimentazioni bancarie”. E Giuseppe Sempio, poi, ha “versato” al fratello Patrizio “un assegno da 5mila euro, subito prelevati in contanti”.

 

Procura: famiglia Sempio sapeva prima le domande dei pm 
Secondo la Procura di Brescia “le indagini condotte nel 2017 a carico di Andrea Sempio sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l’omissione, da parte della pg incaricata delle indagini della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”. Sarebbero emersi “alcuni contatti opachi” con personale della sezione di pg, “e la breve durata dell’interrogatorio di Andrea Sempio” lascia trasparire “la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri”.  

 

Sempio al padre dopo l’interrogatorio: “Erano dalla nostra”
Andrea Sempio, la prima volta che venne indagato dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi, nel 2017, sarebbe stato “informato da qualcuno delle domande che gli sarebbero state rivolte”. Lo evidenziano, apprende l’Adnkronos, la pm Claudia Moregola e il procuratore di Brescia Francesco Prete nel decreto con cui hanno disposto le perquisizioni di oggi – anticipate dai social del Tg1 – a carico dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti (indagato per corruzione in atti giudiziari), due carabinieri in congedo, Andrea Sempio, i suoi genitori e alcuni parenti.

L’intercettazione in auto
Nel decreto di perquisizione si fa riferimento all’intercettazione ambientale di una conversazione tra Sempio e suo padre Giuseppe, captata a bordo dell’auto dell’indagato il 9 febbraio 2017, il giorno prima dell’interrogatorio. “Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che…”, dice il padre; “Sì lo so”, risponde il figlio. “Massimo – prosegue Giuseppe Sempio – se ti infila dentro qualche domanda che non… dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni…”.

Padre e figlio vengono intercettati anche il giorno successivo, subito dopo l’interrogatorio. I due si confrontano su quanto dichiarato agli inquirenti, con la famosa espressione “ne ho cannata una”, rispetto a una domanda su quando Sempio avesse ritrovato lo scontrino del parcheggio di Vigevano della mattina del 13 agosto 2007, quando venne uccisa Chiara Poggi a Garlasco. Dopodiché l’amico del fratello della vittima, indagato allora come oggi per l’omicidio, confrontandosi con il padre, osservava: “A parte che erano dalla nostra… perché mi han fatto alcune domande che io ho capito perché me le facevano…”.
 

Il legale di Venditti scrive a Nordio

”Ho letto il decreto di perquisizione e sequestro. Francamente spero vi sia dell’altro materiale di indagine che giustifichi una simile aggressione, con un massiccio impiego di risorse e di uomini sul territorio, nei confronti di un incensurato servitore dello Stato”. Inizia così Il comunicato che Domenico Aiello, legale dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, indirizza al ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo che il suo assistito risulta indagato per corruzione in atti giudiziari. ”L’intero sistema giudiziario si destabilizza con una simile surreale impostazione. Se un appunto proveniente dall’ambiente familiare di un indagato diventa dopo anni sufficiente a produrre una indagine per corruzione a carico di colui, l’unico di una lunga serie di magistrati, che ha assunto quella che riteneva una decisione giusta, addirittura confermata dalla Cassazione, allora vale tutto, ma per cortesia non parliamo più di Costituzione e garanzie per gli indagati. Non parliamo di proporzione o misura, senza la quale la Giustizia diventa violenza o vendetta” aggiunge .

La mamma di Andrea Sempio: “Mai dati una lira a Venditti”

“Anche questa schifezza che è uscita oggi contro il dottor Venditti: possiamo dire una cosa sia io che mio marito, il dottor Venditti noi l’abbiamo visto una volta sola a Pavia quando siamo stati chiamati nel 2017 e basta, non lo conosciamo personalmente e nessuno della famiglia Sempio ha mai dato una lira al dottor Venditti. Quindi anche tutte le accuse che vengono fatte contro di lui per quanto riguarda la famiglia Sempio sono delle emerite schifezze”. Lo ha detto a Quarto Grado la mamma di Sempio, Daniela Ferrari, che insieme con il marito è stata sentita dagli inquirenti.

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