Caso Garlasco, la tesi dei due assassini e l’ipotesi di riesumazione del corpo di Chiara
E’ il legale di Alberto Stasi, De Rensis, a rivelare che si “lavora alla revisione del processo“, quello che ha condannato a 16 anni l’ex fidanzato di Chiara Poggi, assassinata nel 2007, 18 anni fa. Lo dice intervistato in su Raitre, rivelando sibillino che la procura di Pavia sta procedendo con “Tanti accertamenti, più di quanti si può immaginare“. Intanto, l’inchiesta va avanti.
A Garlasco “C’erano più aggressori”: medico legale sull’omicidio di Chiara Poggi
Chiara Poggi (Ansa)
Campionature sulle unghie di Chiara Poggi
Con la trasmissione dei dati grezzi relativi alle campionature sulle unghie di Chiara Poggi chiesti al Ris di Parma e al genetista Francesco De Stefano, che si occuparono delle precedenti analisi, riprenderà a Milano l’incidente probatorio disposto nella nuova indagine sull’omicidio della giovane. Omicidio che ha portato la Procura di Pavia ad accendere i riflettori su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, e per il quale Alberto Stasi, l’allora suo fidanzato, sta finendo di espiare una condanna definitiva a 16 anni di carcere.
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I carabinieri del Ris entrano nella villetta della famiglia Poggi di Garlasco, Pavia, (ansa)
Delitto di Garlasco (Rainews24)
Delitto Garlasco indagini della Polizia Scientifica (Tg1)
Il nodo dell’accertamento irripetibile
Le informazioni, che comprendono anche le modalità con cui venne effettuato il prelievo dei campioni da parte del medico legale Marco Ballardini, sono state richieste da Denise Albani, la perita nominata dal gip pavese Daniela Garlaschelli, per sciogliere il nodo principale dell’accertamento irripetibile a cui partecipano anche i consulenti delle difese di Sempio e Stasi, dei pm e della famiglia Poggi, ovvero se il Dna estrapolato dai margini ungueali di Chiara sia utilizzabile, se quello rinvenuto sul mignolo sinistro sia davvero attribuibile a Sempio e a chi appartenga un secondo Dna isolato.
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L’incidente probatorio dai dati sulle unghie
Dunque solo quando saranno disponibili tali dati, si protrà procedere con le analisi che puntano ad individuare a chi siano riconducibili quelle tracce repertate nel 2007 da Ballardini, tramite il taglio delle unghie (sciolte nel 2014), e che compaiono nella relazione del Ris con le sigle Mdx1, Mdx2, Mdx3 e Mdx4. Ai tempi i carabinieri avevano escluso la presenza maschile ed ora alla luce delle nuove tecniche scientifiche quelle sequenze di numeri vanno rilette per appurare se in alcune siano mescolati il profilo di Chiara con un altro profilo femminile, a cui si punta a dare un nome.
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Le verifiche su “Ignoto 3”
Accanto a ciò la perita Albani dovrà comunicare l’esito delle sue verifiche sulla presenza del Dna del cosiddetto “Ignoto 3”, che già per i consulenti dei pm è frutto di contaminazione in sede autoptica, mentre la difesa di Stasi ribadirà la richiesta di poter avere tutti i dati grezzi relativi agli accertamenti riportati nella consulenza tecnica del Ris nell’ambito della prima indagine sul delitto.
L’ultimo step dell’incidente probatorio, poi, riguarda le analisi dattiloscopiche sulla spazzatura sequestrata nella villetta di via Pascoli, e che sono state affidate dal giudice Garlaschelli a Domenico Marchigiani, e su alcuni paradesivi.
Nuove analisi delle macchie di sangue
Sullo sfondo resta l’incognita della consulenza affidata dalla Procura, guidata da Fabio Napoleone, alla antropologa forense Cristina Cattaneo e che si intreccia con quella del comandante del Ris di Cagliari sulle nuove analisi delle macchie di sangue repertate sulla scena del delitto e che dovrebbe essere depositata in questi giorni.
CHIARA POGGI (Rai3)