Caso Garlasco, probabile richiesta di analisi sull’impronta 33. La mossa della difesa di Sempio

Potrebbe non finire con l’appuntamento del prossimo 18 dicembre l’incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’ambito dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi che vede indagato Andrea Sempio. Non è escluso infatti che la sua difesa possa rivedere la scelta di qualche mese fa e chiedere, invece, di estendere gli accertamenti anche all’ormai nota impronta 33, individuata su una parete delle scale che portano al seminterrato nella villetta di via Pascoli e attribuita dagli inquirenti al 37enne accusato dell’omicidio in concorso con altri.

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Caserma Finanza di Pavia,Giuseppe Sempio,26_09_2025 (ipa)

Il lavoro sulle impronte dattiloscopiche e le tracce genetiche
La mossa processuale, al vaglio del pool dei legali dell’amico storico di Marco Poggi, sarà affrontata tra le altre dopo il ponte dell’Immacolata, quando ci sarà una riunione in vista dell’udienza fissata dalla giudice in cui i periti Denise Albani, Domenico Marchegiani e Giovanni Di Censo illustreranno il risultato del loro lavoro che ha passato in rassegna – riporta l’ANSA – alla presenza dei consulenti di parte, impronte dattiloscopiche e tracce genetiche, tra cui quelle prelevate dalle unghie di Chiara.
 

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Accertamento escluso da ex legale di Sempio Lovati 
L’estensione degli accertamenti alla “palmare 33” era stata scartata mesi fa dal precedente collegio difensivo, composto da Massimo Lovati e Angela Taccia, nonostante il parere tecnico del generale Luciano Garofano che allora li affiancava come esperto: l’ex capo dei Ris, che poi si è dimesso, insisteva affinchè quel reperto entrasse a far parte del pacchetto di analisi al centro dell’incidente probatorio. Ora, con un nuovo pool di legali e consulenti – unica rimasta è l’avvocata Taccia, per altro amica di lunga data del suo cliente – si profila in modo concreto l’ipotesi di una richiesta di esaminare pure quella impronta – comunque priva di sangue ma solo con sudore – da loro ritenuta non attribuibile, sotto il profilo dattiloscopico, all’attuale indagato a causa di una “inversione di approccio investigativo”.

 

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Tale richiesta era già stata avanzata dalla famiglia Poggi, con gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, ma era stata respinta dai pm. 

 

Il Dna dalle unghie di Chiara
Qualora si procedesse con la nuova analisi, l’incidente probatorio non si chiuderà e il risultato entrerà con il valore di prova in un eventuale processo a carico di Sempio. Stesso valore lo avranno pure risultati messi nero su bianco nella relazione peritale depositata l’altro ieri e che, oltre al resto, ha affrontato uno dei temi fondamentali dell’inchiesta e che riguarda appunto il Dna maschile estratto con una tecnica di laboratorio dalle unghie di due dita di una mano di Chiara.
 

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Alberto Stasi (Tg3)

Genetista Albani: “Dna compatibile”

Per la genetista Albani è compatibile, con un indice di probabilità in un caso “da moderatamente forte a forte” e nell’altro caso “moderato”, con quello di Sempio e con la linea genetica paterna della sua famiglia. Ma non è possibile stabilire come e quando e se si sia depositato sopra o sotto i margini ungueali.

 

Il nodo della validità scientifica o meno degli esami peritali
A ciò si aggiunge l’impossibilità di fornire un risultato “certamente affidabile”, non solo perchè in questo campo non ci sono certezze granitiche, ma anche in quanto il lavoro effettuato si è fondato sulla rilettura di dati “di aplotipi (non identificativi) parziali misti non sottoposti a consolidamento”. Diventa quindi fondamentale sciogliere il nodo della validità scientifica o meno degli esami peritali, su cui di certo tra un paio di settimane ci sarà l’ennesima battaglia tra le parti. 
 

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Delitto di Chiara Poggi a Garlasco (Rainews.it)

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