La proposta di patteggiamento di una delle società imputate, la richiesta della difesa della ministra del Turismo di spostare il procedimento a Roma e l’ingresso come parte civile dell’Inps per il riconoscimento degli eventuali danni subiti. 
Sono le tre novità emerse dall’udienza preliminare a carico, tra gli altri, di Daniela Santanchè, iniziata davanti alla gup di Milano Tiziana Gueli, con al centro l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale per presunte irregolarità sulla cassa integrazione in deroga nel periodo Covid. 

Secondo i pm Marina Gravina e Luigi Luzi, la senatrice di Fratelli d’Italia, il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria – società del gruppo fondato dalla ministra e dal quale è uscita nel 2022 – sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto “indebitamente” la cassa integrazione “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia per 13 dipendenti, per oltre 126mila euro e per un totale di più di 20mila ore. A Santanchè, così come agli altri due, viene addebitato di aver “dichiarato falsamente” che quei dipendenti fossero in cassa “a zero ore”, quando invece svolgevano le proprie mansioni in smart working, cioè da casa.

La sede di Visibilia (@web)

“Vi sembro preoccupata? Sono ottimista”, ha risposto ai cronisti la ministra, che a fine novembre dovrebbe conoscere anche l’esito dell’altra udienza preliminare in corso, quella che la vede accusata, assieme ad altri 19, tra cui tre società, di false comunicazioni sociali sempre su Visibilia. 

La giudice ha ammesso l’Inps come parte civile. L’istituto chiede di quantificare in via equitativa i danni subiti, quelli patrimoniali sui soldi versati (oltre 126mila euro) per la cassa in deroga mentre i dipendenti lavoravano, quelli non patrimoniali da “disservizio causato” e quelli non patrimoniali di immagine. La stessa magistrata ha respinto istanze difensive sulla retrodatazione delle iscrizioni nel registro degli indagati. 

Daniela Santanchè, con la richiesta di spostamento del processo a Roma prende tempo e allontana, al momento, ogni ipotesi di dimissione o di decadenza

Daniela Santanchè, con la richiesta di spostamento del processo a Roma prende tempo e allontana, al momento, ogni ipotesi di dimissione o di decadenza (@web)

Poi, la difesa di Santanchè ha chiesto che il procedimento passi a Roma, sede dell’ente pensionistico, e la giudice il 23 ottobre potrà decidere di accogliere o respingere l’istanza oppure rimettere la questione di competenza territoriale davanti alla Cassazione. 

La stessa difesa nell’eccezione sollevata ha chiesto di riqualificare la truffa aggravata in “indebita percezione di erogazioni pubbliche”. Nel frattempo, Visibilia Editore spa, imputata con Visibilia Concessionaria, ha chiesto di patteggiare, col via libera dei Pm. 

Un’istanza del tutto autonoma dalla posizione di Santanchè. Alla Spa, in particolare, veniva contestata la  Cassa integrazione guadagni su sette dipendenti per un totale di circa 36.600 euro, mentre a Concessionaria viene contestata la cassa su sei dipendenti per quasi 90mila euro. La spa, che è in amministrazione giudiziaria su disposizione nei mesi scorsi del Tribunale civile, ha proposto di sanare (versamenti già in corso) i verbali di accertamenti e se il gup darà l’ok al patteggiamento non scatteranno interdizioni né confische. Di recente, tra l’altro, nel piano di risanamento è stato approvato un aumento di capitale da circa 6,2 milioni di euro, di cui 4,5 milioni riservati ad Athena Pubblicità, che ha tra i soci la ministra e la sua Immobiliare Dani. Anche Concessionaria, nel frattempo, ha preannunciato che sanerà i verbali contestati. Il tutto mentre i pm milanesi stanno da tempo indagando anche sulle società, sempre create dalla senatrice e che poi ha lasciato, del settore bio-food. In particolare, su Ki Group srl, che è fallita a gennaio, in questo caso si profilano ipotesi di bancarotta.  

Matteo Salvini è impegnato nel processo “Open Arms” che però non preoccupa il Governo (Rai)

Si allontana ogni ipotesi di rimpasto nel governo

Tutto resta com’è, ogni tassello al suo posto. Si allontanano le ombre di un possibile rimpasto o di cambi in arrivo nella squadra di governo. 

Raffaele Fitto a fine novembre dovrebbe fare definitivamente le valigie per Bruxelles. Poi ci sono, per l’appunto, gli interrogativi che aleggiano sulla responsabile del turismo Daniela Santanché e Matteo Salvini, alle prese con i loro guai giudiziari. A tremare non è tanto la posizione del vicepremier leghista: “semmai arrivasse una condanna per il processo Open Arms, per il governo sarebbe una medaglia…”, si dicono convinti nelle file dell’esecutivo. Ma quella dell’imprenditrice e ministra Fdi, indagata per truffa ai danni dell’Inps. La mossa giocata dalla difesa di Santanché, ammesso vada a dama, potrebbe allungare, e di tanto, la permanenza della responsabile del Turismo nella squadra di governo, allontanando ogni ombra legata al caso Visibilia. 

Giorgia Meloni vede allontanarsi la possibilità di un rimpasto che poteva portare fibrillazioni nella sua maggioranza (www.governo.it)

L’ipotesi di un rimpasto di governo resterebbe dunque da ‘escludere a priori’, almeno al momento. Con l’idea della premier di non assegnare l’unica casella a breve vacante – il superdicastero di Fitto – ad altri, bensì ”ripartire” il pacchetto di deleghe che fino ad oggi il ministro salentino ha gestito in solitaria. Innanzitutto puntando su Palazzo Chigi, dove Meloni può contare su due sottosegretari come Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, con il primo in funzione di ”regista”. E giocando più avanti la carta di un sottosegretario ad hoc – due i posti venuti meno nel sottogoverno, con le dimissioni di Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli – creandone uno agli Affari europei. Ammesso che da Milano non arrivi una doccia fredda sul caso Santanché. 

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