Una Italia sempre più sferzata da eventi estremi, con otto ondate di calore solo al Nord in più rispetto al 2010 per un totale di 52,3 giorni di caldo consecutivo: sono alcuni dei dati che emergono dall’indice del clima elaborato annualmente dal Sole24 ore.

I parametri presi in considerazione hanno tenuto conto anche del numero delle notti tropicali, della brezza estiva, della umidità relativa e, ancora, del caldo e delle precipitazioni estreme.

Incrociando i fattori è emerso come nel 2024 la città con il clima migliore in Italia sia stata quella di Bari seguita subito dopo da Barletta, Pescara, Livorno, Enna, Ancona, Trieste, Chieti, Catanzaro e Pesaro-Urbino. 

Su 107 città monitorate, l’ultimo posto spetta a Caserta: meno peggio fanno Belluno, Benevento, Reggio Emilia, Parma, Cremona, Piacenza, Alessandria, Asti e Terni. 

Le grandi città sono divise in due grandi gruppi: entro le prime 50 posizioni sono piazzate Venezia (15  posto), Cagliari (26), Napoli (28), Genova (33) Roma (47). Le altre, invece, sono posizionate nella seconda metà bassa della classifica: Bologna, Milano e Firenze sono concentrate, rispettivamente, al 74 , 77  e 78  posto. 

Due dei parametri, in particolare, riflettono due cambiamenti in corso: ‘piove meno, ma più forte’; dall’altro lato, la minore circolazione dell’aria, a causa di anticicloni più duraturi che attraversano il Paese, viene misurata dai giorni annui di aria stagnante (con piogge inferiori a 1 millimetro giornaliero, vento medio sotto i 5 km/h e nebbia assente). 

In questi ultimi giorni “l’assenza di acqua o vento” nell’aria rende più difficile la dispersione degli inquinanti nell’atmosfera. Pertanto si tratta di un indicatore in grado di influenzare in modo diretto la salubrità dell’aria. 

In merito ai primati legati ai singoli parametri meteo, Agrigento è prima con una media di 9,2 ore di sole al giorno, contro le 6,7 di Belluno, agli antipodi nella classifica sul soleggiamento. La città veneta è anche ultima con il maggior numero di giorni freddi (20,5 all’anno, in media, nel decennio esaminato) e per umidità relativa, intesa come giorni fuori dal comfort climatico (sotto il 30% oppure oltre il 70% di umidità): sono ben 260 su 365. 

Belluno vanta però anche il minor numero di notti tropicali (uno dei nuovi indicatori), durante le quali – tra mezzanotte e le sei – si rileva una temperatura superiore ai 20 gradi: solo 14,3 contro le oltre 137 di Palermo. Venezia, invece, è prima con meno picchi di caldo estremo (temperatura uguale o superiore a 35 gradi), pari a 0,4; a Terni, invece, questo indice schizza a 45,5 giorni, il valore più alto in Italia. Le aree interne risultano penalizzate nell’escursione termica (qui Terni è penultima, davanti a Rieti) dove invece primeggiano le località di mare. 

Lo stesso vale per la brezza estiva e la circolazione dell’aria. Quest’ultimo indicatore, anch’esso novità di quest’anno, vede in testa Ancona e Torino sul fondo, con una maggiore persistenza di aria stagnante. 

Piove meno, ma più forte. Notti tropicali 

Il parametro dei millimetri di pioggia accumulata sul territorio in media per ciascun giorno piovoso dell’anno, in particolare nella stagione estiva (come emerge dai trend in alto) parla chiaro; dall’altro lato, la minore circolazione dell’aria, a causa di anticicloni più duraturi che attraversano il paese, viene misurata dai giorni annui di aria stagnante (con piogge inferiori a 1 millimetro giornaliero, vento medio sotto i 5 km/h e nebbia assente).

Tra gli episodi ricordati dall’indagine del Sole 24ore, le alluvioni dell’Emilia-Romagna del 17-19 settembre 2024 durante il quale sono caduti circa 360 mm complessivi, di cui 285 in 24 ore, e quella del 19- 20 ottobre (in 6 ore circa due terzi delle piogge che mediamente cadono nell’intero mese di ottobre, con punte fino a 170 mm a fine evento). Oppure gli allagamenti in Val di Cecina, con accumuli oltre i 100 millimetri in poche ore, del 25-26 ottobre scorso. Così come l’alluvione di Giarre, quando il 13 novembre sono caduti oltre 500 millimetri in 12 ore.

Al Nord nel 2024 ci sono state in totale 17 ondate di calore contro le nove del 2010. Il Nord si sta progressivamente allineando alle altre regioni, dove questi fenomeni erano giù più frequenti: al Centro e al Sud le ondate di calore rilevate sono passate da circa 13 a 20 all’anno, in media in 15 anni.

L’aumento delle temperature si traduce in picchi di caldo estremo: al Sud nel 2024 ci sono state 11 giornate in più in cui sono stati toccati (o superati) i 35 gradi, passate da 6,4 a 17,6 all’anno; 12,5 in più al Centro, dove si è passati da 6,8 a 19,3 episodi. Questo tipo di eventi in passato erano praticamente assenti al Nord (1,9 picchi nel 2010), mentre oggi se ne contano in media più di 11 all’anno. 

Il risultato sono quasi 80 notti tropicali all’anno nelle città settentrionali (con 20 C oppure oltre), 36 in piu’ rispetto a quante se ne registravano 15 anni fa. 

Gli inverni sono sempre più miti: i giorni freddi, con temperatura massima percepita sotto i 3 C, al Nord sono scesi da 28 a 5 all’anno (-23, in media, rispetto al 2010); negli ultimi due anni la pianura padana non ha registrato nevicate. La maggiore frequenza dei periodi anticiclonici, inoltre, riduce la circolazione e l’aria oggi risulta stagnante (assenza di piogge, vento e nebbia) per oltre 70 giorni consecutivi in media nei capoluoghi (92 al Nord, 70 al Centro, 50 al Sud), un fenomeno in crescita e correlato alla maggiore persistenza degli inquinanti nell’atmosfera. 

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