Dopo una lotta di 66 giorni dal momento in cui un sicario gli piantò due pallottole in testa durante un comizio, è morto a 39 anni il senatore e candidato alla presidenza della Colombia Miguel Uribe Turbay, nell’ennesimo episodio di violenza politica in un Paese già segnato dalle uccisioni di alcuni dei suoi principali leader.   “Riposa in pace, amore della mia vita. Mi prenderò cura dei nostri figli” ha scritto la moglie, Maria Claudia Tarazona, in un post sui social, mentre il presidente Gustavo Petro ha espresso il suo cordoglio affermando che “ogni volta che viene assassinato un colombiano è una sconfitta per tutti”.

“La violenza non può continuare a segnare il nostro destino, la democrazia non si costruisce con proiettili o sangue” ha affermato invece la vicepresidente Francia Márquez. Messaggi di cordoglio sono arrivati da tutto il mondo: il segretario di Stato, Marco Rubio, ha espresso la solidarietà degli Stati Uniti e invocato “giustizia per i responsabili”, mentre il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha parlato di “un giorno tragico per la Colombia e per chi si batte per la libertà e la democrazia in tutta l’America Latina”.

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