Il tema del dazi americani irrompe al Congresso di Azione a pochi giorni dalla loro entrata in vigore il 2 aprile. L’Europa rischia di esserne travolta e di conseguenza l’Italia, dice il presidente di Confindustria Emanuele Orsini. “Il negoziato con gli Stati Uniti va fatto a livello di Unione, non può essere che ogni paese agisca individualmente” dice il leader degli industriali al congresso di Azione dove era presente, tra gli altri anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Orsini ha aggiunto che solo nel momento della paura l’Europa sa unirsi e la guerra commerciale sarà un problema per tutti, e si è detto “un europeista convinto”. 

“La guerra dei dazi per l’industria italiana è un enorme problema, 626 miliardi di esportazione, un saldo positivo di oltre 100 miliardi”, così Orsini. “Europa, 503 miliardi di esportazione, 347 miliardi dagli Stati Uniti, un saldo positivo di 156 miliardi – prosegue Orsini -. Poi se ci mettiamo le big tech sono altri 103-104 miliardi, la differenza del saldo sono 52 miliardi. Per quanto ci riguarda l’Italia ha 67 miliardi di esportazioni, 25 di importazioni, un saldo positivo di 42 miliardi, capite che per l’industria italiana è un enorme problema perdere un partner, perché a me piace chiamarlo partner, come gli Stati Uniti – conclude -, mi auguro che la negoziazione la si possa portare avanti e la si possa portare avanti come Europa“. 

 

“Perché i nostri imprenditori cominciano a guardare gli Stati Uniti come Paese in cui delocalizzare? C’è una cosa che l’Europa deve capire da subito: la sveglia di Trump deve darci un’iniezione nuova di modifica di ciò che è stato fatto in passato dalla precedente Commissione europea”.  

“Serve un’alleanza industriale europea”

“Per noi le scelte della Ue sono fondamentali e quindi è necessario costruire un’alleanza vera con i paesi produttivi europei e che questa voce sia comune. È quello che stiamo cercando di costruire con le confindustrie tedesca, francese, polacca, spagnola e portoghese. In questo momento la differenza tra paesi produttivi e consumatori è inevitabile, ma se i produttori non hanno i consumatori è un problema. Oggi serve fare alleanze sennò non si va da nessuna parte. La Ue in cinque anni ha emesso oltre 13 mila norme gli Usa solo tremila”, così ancora Orsini.

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