L’accordo era fatto e che ci fosse non c’è dubbio perché era stato messo per iscritto nero su bianco dai tre contraenti del patto di maggioranza di Ursula von der Leyen, quindi per il Partito Popolare Weber, per il Partito Socialista Iracio García Pérez e Valérie Hayer per i liberali, ReNew Europe. Poi a un certo punto, durante l’audizione di Teresa Ribera, indicata appunto dai socialisti come prima vicepresidente, si è creato un nuovo stallo. Uno stallo che in realtà è stata una sospensione che ha provocato come effetto anche quella del voto su Raffaele Fitto, perché i popolari hanno chiesto una sorta di garanzia dal punto di vista giuridico chiedendo di inserire nella lettera di incarico della Ribera una clausola che la obbligasse a dimettersi in caso di inchiesta giudiziaria.

Quello ovviamente ha provocato una controreazione, nel senso che i socialisti hanno bloccato il voto su Fitto. In realtà lo stesso Weber, che è il presidente del gruppo dei popolari, quindi è quello che in questo momento detiene la maggioranza relativa che governa l’Europa, aveva speso parole importanti non soltanto su Fitto ma anche sull’Italia, dicendo che l’Italia meritava un ruolo di primo piano nella Commissione. Probabilmente questo prolungamento è anche il frutto di una serie di tensioni che si erano create la scorsa settimana e che dovevano trovare in qualche modo un’ultima coda.

Però adesso il risultato politico è stato raggiunto.

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