COP30, la via stretta per un accordo. “Domani può essere tardi”, dice il presidente

Dopo le proteste, le marce, il Vertice dei Popoli, dall’Amazzonia la Cop30 mutua anche lo spirito delle trattative, che diventa “mutirao”, parola indigena per dire “uniti verso l’obiettivo”.

E così mentre ancora riecheggia l’appello del Papa ad agire, i lavori accelerano e il presidente Do Lago pubblica una prima bozza sui 4 punti chiave: taglio delle emissioni, trasparenza, adattamento, finanza climatica. Tra le proposte: triplicare i fondi per l’adattamento, fare il punto annuale sui piani nazionali per il clima. Tra gli scogli, i dazi europei alle emissioni.

“L’Italia farà la sua parte”, assicura il ministro Pichetto Fratin, che rivendica i 3,4 miliardi per il fondo per il clima e l’accordo per quadruplicare i biocarburanti, e che con il Brasile firma un’intesa di cooperazione sullo sviluppo sostenibile. Ma l’approccio, ripete, non deve essere ideologico. 
Anche se nella classifica della lotta alla crisi climatica di Germanwatch con Legambiente l’Italia scivola dal 43esimo al 46esimo posto.
Mentre in un sondaggio più dell’80% degli italiani si dice preoccupato per il clima e prevede per l’Italia un futuro rinnovabile.
 

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