Nuovo scandalo al Parlamento europeo a più di due anni dal Qatargate. All’alba, un centinaio di investigatori della polizia giudiziaria federale, su ordine del giudice istruttore finanziario e della procura federale, hanno perquisito 21 indirizzi nella regione di Bruxelles, nelle Fiandre, in Vallonia e anche in Portogallo.

Lo riportano i quotidiani belgi ‘Le Soir’ e ‘Knack’ e la piattaforma di giornalismo investigativo ‘Follow The Money’, citando informazioni della Procura federale belga.

Dopo diversi mesi di indagini sono stati arrestati diversi lobbisti che lavorano per il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei, sospettati di aver corrotto attuali o ex parlamentari europei per promuovere la politica commerciale dell’azienda nel Vecchio Continente.

 

Nome in codice ‘Generazione’

Fino a giovedì si trattava di un caso “sotto embargo”, il che significa che i rapporti delle indagini preliminari non erano stati inviati al database della polizia e solo un numero limitato di magistrati e ufficiali era a conoscenza del segreto. Nome in codice: ‘Generazione’.

Le accuse rivolte sono di “corruzione”, “falsificazione e uso di documenti falsi”, “riciclaggio di denaro” e “organizzazione criminale”.

Diversi lobbisti sono stati arrestati per essere interrogati e, probabilmente, successivamente presentati al giudice istruttore. “Ma secondo le informazioni in nostro possesso – scrive  ‘Le Soir’ questa mattina – l’obiettivo principale dell’operazione giudiziaria di questa mattina è Valerio Ottati. Non è stato possibile contattare immediatamente il lobbista per un commento”.

Doni e trasferimenti ai parlamentari

Ottati, 41 anni, è direttore degli affari pubblici dell’ufficio Huawei presso l’Unione Europea dal 2019. Originario di Woluwe-Saint-Pierre, in precedenza ha ricoperto il ruolo di assistente parlamentare di due ex eurodeputati italiani, uno del PPE (a destra) e uno del S&D (socialdemocratico), per 10 anni. “Non era affatto un tecnico. “È stato assunto per le sue conoscenze”, ha detto una fonte a ‘Le Soir’ che ha chiesto l’anonimato-. “Organizzava molti incontri con i parlamentari europei e poteva invitare le persone agli eventi. »

Nessun parlamentare belga nel mirino

Non ci sarebbe nessun (ex) parlamentare europeo nell’inchiesta, scrive ‘Le Soir’. Non è escluso tuttavia che nel corso delle indagini la Procura federale chieda la revoca delle immunità parlamentari di diversi rappresentanti eletti. Secondo le informazioni fornite da ‘Le Soir e dai suoi partner, gli inquirenti hanno sospetti concreti di corruzione nei confronti di una manciata di attuali o ex rappresentanti eletti di diversi partiti politici, e una quindicina di eurodeputati sono nel mirino di un’indagine giudiziaria che si preannuncia di vasta portata. Secondo le nostre informazioni, tra i potenziali sospettati non figura alcun rappresentante eletto belga. Almeno in questa fase.

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