Andrea Tenenti, funzionario italiano delle Nazioni Unite e portavoce dell’Unifil che ha schierato in Libano 10.400 soldati, di cui 1200 italiani, di 50 paesi. Due soldati cingalesi si sono rimasti feriti oggi da nuove sparatorie degli israeliani, è stato un errore come dice Israele o invece un colpo deliberato, come ha detto, a proposito degli incidenti di ieri, il ministro Crosetto?
– Gli incidenti di oggi, che hanno ferito anche seriamente uno dei peacekeepers della missione devono essere ancora indagati, stiamo cercando di vedere quali sono state le dinamiche, quindi ancora dobbiamo vedere che cosa è successo. Quelli di ieri sicuramente sono stati attacchi deliberati contro la missione che hanno visto altri 2 peacekeepers indonesiani feriti. Quello di oggi logicamente è un altro grave incidente perché è ancora all’interno della sede centrale della missione quindi una posizione ben conosciuta da tutti quanti e 100/200 metri dall’ospedale della missione che è all’interno del campo.
Unifil dà fastidio agli israeliani, voi avete deciso di rimanere lì?
– Noi abbiamo deciso di rimanere, c’è stato chiesto giorni fa e diverse volte di lasciare alcune posizioni molto vicine alla linea Blu. Siamo rimasti, abbiamo deciso di rimanere, c’è stato un accordo con tutti i vari Paesi e anche col Consiglio di Sicurezza. Siamo qui perché dobbiamo svolgere il nostro mandato, anche se al momento molto molto difficile, e quindi si rimane in tutte le posizioni.
Israele vi accusa di non aver impedito il rafforzamento di Hezbollah nel Libano meridionale
– L’importante è vedere che la missione, il mandato della missione, non dà alla missione l’implementazione di quello che deve esser fatto. Sta alle parti avere la volontà ed implementare il mandato. Entrambe le parti l’hanno violato e sicuramente con le armi di Hezbollah nel sud del Libano siamo in presenza di una violazione 1701, lo stesso come le violazioni dello spazio aereo e del territorio libanese. Quindi la cosa importante è qui ritornare alla 1701, che ha tutti gli elementi necessari per fermare questo conflitto. Cosa manca è la volontà ma anche una spinta da parte della comunità internazionale, in questo momento, di dare a questo conflitto la la priorità necessaria. Perché questo conflitto sta per diventare un conflitto regionale.
Però la 1701 del 2006 prevede che voi dobbiate garantire pace e sicurezza, sovranità del Libano in territorio libanese e israeliani fuori e questo mi pare che sia ormai fallito questo obiettivo o sbaglio?
– Diciamo questo obiettivo al momento sta subendo delle grosse sfide, perché in realtà fino all’ottobre dell’Anno scorso, per diciott’anni la 1701 stava in qualche modo funzionando. In maniera molto lenta ma c’è stata grande stabilità nel sud. Sicuramente con grandi problematiche. L’importante e riuscire adesso a riguardare tutte gli elementi della 1701 e uno di quelli principali son sicuramente le armi nel sud del Libano, ma un altro elemento molto importante è rafforzare lo stato libanese. Riportare perlomeno 15.000 soldati libanesi nel sud del Libano. Riportare lo stato libanese nel sud.
Andrea Margelletti presidente del Centro Studi Internazionale, che succede se Israele continua a sparare?
– Succede, se continua a sparare contro le Nazioni Unite, che Israele si mette contro il mondo: le Nazioni Unite sono il mondo. Peraltro Israele è un membro delle Nazioni Unite e ha ragione il dottor Tenenti quando dice che entrambe le parti hanno violato le consegne della 1701. Hezbollah portando razzi e missili all’interno della zona di Unifil e dall’altra Israele con voli costanti che hanno violato la sovranità del Paese.
Israele può sradicare la potenza di fuoco di Hezbollah senza toccare Unifil, senza toccare popolazioni civili?
– Senza toccare Unifil sì, senza toccare popolazioni civili no. Il punto vero è: vuole avere Unifil che assiste a quello che vuole fare Israele? Perché quello che vuole fare Israele è difficile a farsi con testimoni.
Questa è la grande domanda, voi siete dei testimoni scomodi?
– Noi siamo la comunità internazionale, è importante rimanere perché immaginiamoci un sud del Libano senza nessuno. All’improvviso 10400 soldati, caschi Blu, che se ne vanno via. Non c’è più nessun arbitro, un arbitro ferito diciamo, che possa controllare quello che sta succedendo, ma anche assistere alla popolazione. Perché questa adesso è la priorità: migliaia di persone nel sud del Libano senza i beni di prima necessità ma il monitoraggio seppur limitato ancora continua. Probabilmente questa è una cosa che non piace sempre a tutti quindi importante è mantenere questa presenza. Il Consiglio di Sicurezza ci ha dato il pieno appoggio e le Nazioni Unite ci hanno dato il pieno appoggio e anche i 50 paesi che fanno parte della missione.