cosa sappiamo sulla maschera ipossica

Il biatleta norvegese Sivert Guttorm Bakken di 27 anni indossava una maschera per l’ossigeno da altitudine quando è stato trovato morto, il 23 dicembre, nella sua stanza d’albergo nella zona di Passo Lavaze’ in Trentino. 

A rendere noto il particolare è stata la Federazione norvegese di Biathlon in un comunicato stampa in cui precisa di “non essere attualmente a conoscenza delle circostanze relative all’acquisizione e all’utilizzo di questa maschera”. Bakken verrà sottoposto ad autopsia in Italia durante il periodo natalizio.

Emilie Nordskar, segretaria generale ad interim della federazione, afferma nel comunicato che si tratta di “una situazione tragica con molti interrogativi irrisolti”. 

Bakken aveva vinto l’unica gara individuale di Coppa del mondo, la mass start di 15 chilometri, nel 2022 a Holmenkollen nei pressi di Oslo. Dopo la stagione 2021-2022, la carriera di Sivert è stata interrotta a causa di una pericardite ma dopo quasi due anni di stop era tornato protagonista in Coppa del Mondo.

Che cos’è la maschera ipossica

Nel mirino c’è la Elevation Training Mask (ETM), maschera ipossica sempre più diffusa tra gli atleti. Il dispositivo riduce il passaggio di ossigeno alla bocca fino a 6–10 volte per simulare l’alta quota e, secondo i produttori, migliorare capacità respiratoria, polmonare e resistenza. Si tratta però di uno strumento controverso e non privo di rischi, motivo per cui gli inquirenti stanno approfondendo il tema del suo utilizzo.

Il dibattito scientifico resta aperto: per alcuni i benefici sarebbero limitati; altri studi, come quelli del Resistance Exercise Physiology and Sport Laboratory di Collegeville (USA), indicano un aumento della frequenza cardiaca, soprattutto nelle fasi di recupero.

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