“Per affrontare le sfide di oggi l’Unione Europea deve trasformarsi da spettatore o al più comprimario in attore protagonista”. E’ quanto ha affermato l’ex premier Mario Draghi, in un passaggio del suo intervento al meeting di Rimini, in cui è tornato a sferzare l’Europa affinché agisca. Per farlo, ha evidenziato, l’Ue “deve mutare anche la sua organizzazione politica che è inseparabile dalla sua capacità di raggiungere i suoi obiettivi economici e strategici. E le riforme in campo economico restano condizione necessaria in questo percorso di consapevolezza. Ma – ha puntualizzato – è anche vero che per difendere l’Europa dal crescente scetticismo non dobbiamo cercare di estrapolare le conquiste del passato nel futuro che ci accingiamo a vivere. Il prendere atto che la forza economica è condizione necessaria ma non sufficiente per avere forza geopolitica, potrà finalmente avviare una riflessione politica sul futuro dell’Unione”.
C’è stata una “sveglia molto brutale che ci ha dato Trump, le relazioni con gli Usa hanno cambiato tutto. La prima cosa da fare è: stringiamoci tutti insieme. Ma c’è una situazione politica, sociale e psicologica che fa sperare bene circa una diversa forma di organizzazione politica, bisogna imparare ad andare d’accordo”, ha detto. “Rigidità e passività creano inazione, è un po’ quello che abbiamo visto negli ultimi 10-15 anni, l’inazione è il peggior nemico dell’Europa”, aggiunge.