Daron Acemogliu, Simon Johnson e James A. Robinson vincono il premio Nobel per l’Economia 2024 “per gli studi su come le istituzioni si formano e influenzano la prosperità”.
Nel 2023, il Nobel per l’Economia è stato assegnato a Claudia Goldin “per aver migliorato la nostra comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile”. Goldin, professoressa di economia all’Università di Harvard, è stata la prima donna a vincere il premio in economia da sola.
Il premio Nobel per l’Economia chiude le giornate di assegnazione del prestigioso premio.
La scorsa settimana sono stati assegnati infatti tutti gli altri premi Nobel.
Lunedì il Nobel per la Medicina è stato assegnato a Viktor Ambros e Gary Ruvkun per aver scoperto il meccanismo con cui il microRNA regola l’attività dei geni nelle cellule: speranza per molte terapie. Vittoria che ribadisce ancora una volta il ruolo fondamentale della “ricerca di base”, commentano dall’Ifom di Milano.
All’americano John Hopfield e al canadese Geoffrey Hinton il premio Nobel per la Fisica assegnato martedì 8 ottobre. A loro il premio per aver aperto la strada alla realizzazione delle reti neurali e gettato le basi per l’apprendimento delle macchine e l’Ia.
Mercoledì hanno invece ricevuto il premio Nobel per la Chimica David Baker dell’Università di Washington, il britannico Demis Hassabis e l’americano John M. Jumper, per le ricerche sulla struttura delle proteine.
A Baker “per la progettazione computazionale delle proteine” e congiuntamente a Hassabis e Jumper “per la previsione della struttura delle proteine”. Baker lavora all’Università di Washington a Seattle. Nel 2003 ha progettato una nuova proteina e da allora il suo gruppo di ricerca ha prodotto una creazione di proteine comprese quelle che possono essere usate come farmaci, vaccini, nanomateriali e minuscoli sensori, ha detto il comitato del Nobel.
Giovedì è stata la volta della Letteratura. Il premio Nobel è andato alla sudcoreana Han Kang assegnato giovedì a Stoccolma dall’Accademia di Svezia “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”. Han Kang è la prima esponente della tradizione letteraria coreana a essere insignita del premio Nobel per la Letteratura.
“Nella sua opera – si legge nella motivazione dell’Accademia reale svedese – Han Kang affronta traumi storici e insiemi invisibili di regole e, in ciascuna delle sue opere, espone la fragilità della vita umana. Ha una consapevolezza unica delle connessioni tra corpo e anima, i vivi e i morti, e nel suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice nella prosa contemporanea”.
La 53enne autrice, nata il 27 novembre 1970 a Gwangju ha vinto nel 2016 il Booker International Prize per il suo best seller “La vegetariana”, tradotto in Italia da Adelphi, che racconta la malattia mentale e l’abbandono. Il romanzo è stato uno dei primi libri dell’autrice ad essere tradotto in inglese. Figlia di Han Seung-won, un importante scrittore sudcoreano, ha pubblicato le sue prime composizioni poetiche nel 1993. La sua ultima opera è “L’ora di greco” del 2023. Kang è anche una musicista e si occupa di arte visiva. La sua letteratura affronta temi come la violenza, l’identità, la perdita.
Sono 120 gli autori insigniti finora del premio Nobel per la Letteratura. Per 4 volte è stato condiviso da due persone, e dal 1901 è stato vinto 116 volte. Su 119 laureati dall’Accademia di Svezia, 17 è il numero delle donne premiate. L’ultima è stata la scrittrice francese Annie Ernaux nel 2022. Il vincitore più giovane è Rudyard Kipling, che aveva 41 anni quando ottenne il Nobel per la letteratura, nel 1907; la più anziana Doris Lessing, premiata nel 2007 a 88 anni.
Nel 2023 a ricevere il Nobel per la Letteratura è stato lo scrittore, poeta e drammaturgo norvegese Jon Fosse il cui nome circolava tra i possibili vincitori da vent’anni. Qui la sua intervista a Rainews24.
Venerdì il premio Nobel per la Pace è andato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo “per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato attraverso la testimonianza dei sopravvissuti che le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate”. Si tratta dell’associazione dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, nota anche come Hibakusha.
Il Comitato norvegese per il Nobel ha messo in luce come le potenze nucleari stiano “modernizzando e potenziando i loro arsenali” mentre “nuovi paesi sembrano prepararsi ad acquisire armi nucleari e si sta minacciando di usare armi nucleari nelle guerre in corso”.
“In questo momento della storia umana, vale la pena ricordare a noi stessi cosa sono le armi nucleari: le armi più distruttive che il mondo abbia mai visto“, si legge nel comunicato dove vengono spiegate le motivazioni del riconoscimento. Nell’assegnare il Premio Nobel per la Pace di quest’anno a Nihon Hidankyo, il Comitato Nobel norvegese “desidera onorare tutti i sopravvissuti che, nonostante la sofferenza fisica e i ricordi dolorosi, hanno scelto di usare la loro costosa esperienza per coltivare speranza e impegno per la pace“.
Il segretario generale di Nihon Hidankyo, Kiichi Kido, ha accolto con commozione l’assegnazione odierna del Premio Nobel per la Pace all’organizzazione delle vittime della bomba atomica: “I sopravvissuti alle bombe atomiche hanno ottenuto l’adozione e l’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Penso che questo premio riconosca proprio questo impegno”.
“Tutto – ha continuato – è iniziato dagli atti disumani di Hiroshima e Nagasaki, dove siamo stati oppressi dagli Stati Uniti e abbandonati per lungo tempo dal governo giapponese. Mentre affrontavano l’angoscia e il dolore nel profondo nel nostro cuore, i nostri predecessori hanno lottato con il desiderio di non permettere che si creassero altre vittime di bombardamenti atomici. Continuo a vedere i loro volti uno dopo l’altro”.
“L’idea che le armi nucleari portino la pace è un errore”: lo ha detto il co-presidente di Nihon Hidankyo pace. “È stato detto che grazie alle armi nucleari, il mondo mantiene la pace. Ma le armi nucleari possono essere usate dai terroristi”, ha detto Toshiyuki Mimaki ai giornalisti. “Ad esempio, se la Russia le usasse contro l’Ucraina, Israele contro Gaza, non finirebbe lì. I politici dovrebbero sapere queste cose”.
La testimonianza degli Hibakusha, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, è unica nel contesto della lotta contro l’uso di armi nucleari, secondo il Comitato per il Nobel. Si tratta infatti di “testimoni storici” che “hanno contribuito a generare e consolidare un’opposizione diffusa alle armi nucleari in tutto il mondo attingendo a storie personali, creando campagne educative basate sulla propria esperienza e diffondendo urgenti avvertimenti contro la diffusione e l’uso di armi nucleari. Gli Hibakusha ci aiutano a descrivere l’indescrivibile, a pensare l’impensabile e in qualche modo a comprendere l’incomprensibile dolore e la sofferenza causati dalle armi nucleari“.
Il Comitato norvegese per il Nobel ha voluto sottolineare “un fatto incoraggiante: nessuna arma nucleare è stata utilizzata in guerra negli ultimi 80 anni. Gli straordinari sforzi di Nihon Hidankyo e di altri rappresentanti degli Hibakusha hanno contribuito notevolmente all’istituzione del tabù nucleare.
“Il destino di coloro che sopravvissero agli inferni di Hiroshima e Nagasaki – continua – è stato a lungo nascosto e trascurato. Nel 1956, le associazioni Hibakusha locali insieme alle vittime dei test sulle armi nucleari nel Pacifico formarono la Japan Confederation of A- and H-Bomb Sufferers Organisations. Questo nome fu abbreviato in giapponese in Nihon Hidankyo. Sarebbe diventata la più grande e influente organizzazione Hibakusha in Giappone. Un giorno, gli Hibakusha non saranno più tra noi come testimoni della storia. Ma con una forte cultura del ricordo e un impegno continuo, le nuove generazioni in Giappone stanno portando avanti l’esperienza e il messaggio dei testimoni. Stanno ispirando ed educando le persone in tutto il mondo. In questo modo stanno aiutando a mantenere il tabù nucleare, una precondizione per un futuro pacifico per l’umanità. La decisione di assegnare il Premio Nobel per la Pace per il 2024 a Nihon Hidankyo è saldamente ancorata al testamento di Alfred Nobel“.
A differenza degli altri premi è il Comitato per il Nobel norvegese, composto da cinque membri nominati dal Parlamento norvegese ad assegnare il Nobel per la pace. Il premio viene conferito a Oslo, mentre gli altri premi Nobel vengono assegnati a Stoccolma, in Svezia. Questa differenza deriva dal fatto che quando Alfred Nobel istituì i premi, la Norvegia faceva ancora parte della Svezia.
Il premio dell’anno scorso fu assegnato all’attivista iraniana Narges Mohammadi, per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti».
Ieri è stato assegnato il premio Nobel per la Letteratura vinto dalla sudcoreana Han Kang a Stoccolma dall’Accademia di Svezia “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”. Han Kang è la prima esponente della tradizione letteraria coreana a essere insignita del premio Nobel per la Letteratura.