L’Aula del Senato ha approvato in via definitiva – per alzata di mano – il decreto Flussi, il provvedimento con le disposizioni urgenti in materia di ingresso regolare di lavoratori e cittadini stranieri, nonché di gestione del fenomeno migratorio.

Composto di 12 articoli, il provvedimento interviene sui procedimenti di ingresso per lavoro, modificando termini e modalità del nulla osta e rafforzando i controlli sulla veridicità delle dichiarazioni. Tra le norme principali, sono previste semplificazioni per i lavoratori formati nei Paesi di origine, tra cui l’estensione a dodici mesi del termine per la domanda di visto. Viene ampliata la disciplina sulla conversione dei permessi di soggiorno e portata a un anno la durata dei permessi per vittime di tratta, sfruttamento o violenza domestica, con accesso all’assegno di inclusione. È prorogata fino al 2028 la possibilità di ingressi extra-quota per l’assistenza familiare e sociosanitaria ed e’ introdotta la programmazione triennale dei contingenti per i programmi di volontariato. Sono inoltre rafforzati gli strumenti contro il caporalato, ampliando la partecipazione al Tavolo nazionale e l’accesso al Fondo dedicato.  

Cosa può fare un datore di lavoro

Una volta pubblicato il decreto flussi, il datore di lavoro può inviare telematicamente la domanda di assunzione allo Sportello Unico per l’Immigrazione (SUI). Se la domanda viene accettata, il datore riceve il nulla osta che deve essere consegnato al lavoratore straniero, il quale potrà così richiedere il visto di ingresso per lavoro. All’arrivo in Italia, datore di lavoro e lavoratore devono formalizzare il contratto di soggiorno presso la Prefettura ed effettuare la richiesta di permesso di soggiorno. 

Condividere.
Exit mobile version