Un appunto con scritto “Venditti gip archivia x 20.30 Euro”, sequestrato lo scorso maggio a casa dei genitori di Andrea Sempio e i loro movimenti bancari dell’epoca della prima indagine della Procura di Pavia in cui il 37enne era accusato dell’omicidio di Chiara Poggi, incrociati con quelli degli zii, ossia le sorelle e il fratello del padre, i prelievi in contanti, e le intercettazioni da cui emergerebbe la “necessita ‘di pagare quei signori lì’ con modalità non tracciabili“.    

Parte da Brescia il nuovo capitolo dell’indagine sul delitto di Garlasco con perquisizioni a raffica nell’abitazione di Mario Venditti, ex procuratore facente funzione che ha retto gli uffici pavesi fino alla pensione, nel luglio 2023, ma anche a casa dei coniugi Sempio, dei loro parenti, e di due carabinieri ora in congedo della sezione di pg ai tempi i servizio alla Procura di Pavia. 

L’accusa ipotizzata dai pm bresciani è corruzione

Il sospetto è che Venditti abbia “ricevuto una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20/30mila euro – si legge nel decreto – per favorire Andrea Sempio, nell’ambito del procedimento penale” in cui rispondeva della morte della sorella dell’amico Marco Poggi, assassinata il 13 agosto 2007.  

Dall’appunto del 2017 al bliz di oggi

L’appunto manoscritto, secondo la ricostruzione dei pubblici ministeri guidati da Francesco Prete che ha portato al blitz di stamane della Gdf, risale agli inizi del febbraio 2017, prima che Andrea Sempio ricevesse la convocazione per l’interrogatorio, di cui, avrebbe saputo in anticipo le “domande che gli sarebbero state rivolte” ed “alcuni elementi rappresentati nell’esposto presentato dalla madre ” di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara che per il delitto sta finendo di espiare una condanna definitiva a 16 anni e che si è sempre dichiarato innocente. Esposto che otto anni fa aveva portato a riaprire la prima inchiesta a carico del 37enne, su cui da marzo scorso sono stati di nuovo accesi i riflettori. In questo quadro si inserisce anche la rilettura di alcune intercettazioni ambientali in cui il padre, Giuseppe, spiegava ad Andrea Sempio: “Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che ….Massimo se ti infila dentro qualche domanda che non … gli dici guardi io non mi ricordo, sono passati dieci anni“.

I contatti opachi con i carabinieri

I pm, come emerge dal decreto di perquisizione e sequestri di pc, altri dispositivi e documenti, che ha riguardato Andrea Sempio, il padre e la madre, tre zii, Venditti e i due ex militari, fa presente pure che “un’annotazione d’indagine” degli investigatori del 7 marzo 2017, poco prima della richiesta di archiviazione, si concludeva “con formula ‘tranchant’ circa la ‘completa assenza – si leggeva – di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie a carico di Andrea Sempio'”.   

E sempre i pm bresciani, oltre agli elementi già emersi sulla presunta gestione anomala dell’inchiesta e sul presunto prezzo della corruzione, mettono in rilievo “contatti opachi” tra Andrea Sempio, Spoto e Sapone. Il giovane e anche i suoi familiari, secondo il decreto, avrebbero “intrattenuto” con i due investigatori dell’epoca “poco prima” delle audizioni in Procura “dei contatti non relazionati”, in particolare con Sapone, o di “durata incongrua”, in particolare con Spoto.   

I sospetti dei pm bresciani

I pm segnalano, ad esempio, anche che, quando a Sempio fu notificato l’invito a comparire per l’interrogatorio otto anni fa, l’allora maresciallo Spoto “si tratteneva presso Sempio Andrea per un tempo assai esteso, incompatibile con la mera esecuzione dell’attività notificatoria”. 

Avrebbe raggiunto Sempio “alle ore 16.35” ed effettuava la notifica più di un’ora dopo, alle “17.45”. Stando alle indagini, poi, Sapone avrebbe avuto “rapporti di particolare confidenza e correlazione con l’indagato Venditti”, l’allora procuratore aggiunto. E avrebbe avuto “un contatto con Sempio Andrea in data antecedente”, rispetto alla notifica, “pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità”. 

Il sospetto dei pm bresciani è che Sempio e i suoi familiari sapessero dell’indagine prima che l’amico del fratello di Chiara Poggi fosse stato formalmente informato.

Delitto Garlasco, perquisizioni a casa di Andrea Sempio a Voghera (ANSA)

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