Nella sentenza di primo grado – che vedeva assolto Alberto Stasi – erano state attribuite “probabilisticamente” alla sua utenza di casa, che in quel periodo aveva attivato il numero riservato. Ma ora le 4 chiamate anonime ricevute da Chiara Poggi la mattina del delitto tornano al centro delle nuove indagini sull’omicidio di Garlasco. Si torna ad analizzare dunque il traffico telefonico, mentre la rosa delle persone a cui sarà preso il dna potrebbe allargarsi. 

Il giudice ha dato la possibilità alle parti di aggiungere altri nomi anche se Massimo Lovati, legale dell’attuale indagato Andrea Sempio, ha già annunciato che non chiederà altri prelievi.

 

 

La pista alternativa al delitto

L’avvocato nelle scorse settimane aveva ipotizzato una pista alternativa, che escluderebbe sia la colpevolezza di Sempio sia di Stasi. La ragazza sarebbe stata uccisa perché era venuta a conoscenza dei rapporti sessuali avvenuti al santuario della Bozzola. Vicenda per la quale – anni dopo il delitto – il rettore fu vittima di un ricatto a luci rosse orchestrato da due romeni, condannati nel 2014. Uno di loro, Flavius Savu, latitante, sosterrebbe la stessa tesi

 

 

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