Otto impronte parziali: sei sul sacchetto con i cereali e due su quello della spazzatura. È il risultato, definito “quasi sorprendente”, emerso oggi nell’incidente probatorio disposto dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell’ambito della nuova indagine con cui la procura guidata da Fabio Napoleone ipotizza il coinvolgimento di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, insieme ad altre persone.

Una ricostruzione ancora tutta da verificare, che finora non ha scalfito il quadro processuale: quello che nel 2015 portò alla condanna definitiva a 16 anni di Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima, che si è sempre proclamato innocente.

Le tracce soddisfano i requisiti minimi

Dopo oltre cinque ore di lavoro in Questura a Milano, il perito dattiloscopico Domenico Marchegiani, insieme ai consulenti delle parti, ha individuato le otto impronte latenti non sui brik di Estathè né sulla confezione di biscotti, ma sui due sacchetti sequestrati subito dopo l’omicidio del 13 agosto 2007. 

Le tracce soddisfano i requisiti minimi (almeno dieci creste o una caratteristica specifica), ma non è ancora chiaro se potranno essere utilizzate: saranno fotografate e inviate a un esperto della polizia scientifica di Torino per valutare la possibilità di confronto con le impronte già acquisite, tra cui quelle di Chiara e di chi entrò nella casa nelle ore del delitto.

Si tratta del secondo elemento concreto emerso dall’incidente probatorio, dopo l’individuazione del Dna di Stasi sulla cannuccia di un Estathè. Per completare le analisi, Marchegiani e la genetista Denise Albani hanno chiesto una proroga, visto che i 90 giorni previsti dalla nomina (17 giugno) non sono sufficienti. La giudice ha convocato le parti per discuterne il 26 settembre.

“Potenzialmente utili”

“Ero scettico, pensavo che il tempo avesse cancellato le tracce, ma oggi abbiamo ritrovato qualcosa di importante”, ha commentato Dario Redaelli, consulente della famiglia Poggi. Per Luciano Garofano, ex comandante del Ris e consulente di Sempio, le impronte “sono potenzialmente utili”, anche se al momento “è più probabile che appartengano a Chiara o a Stasi”, visto che finora il loro Dna è l’unico rinvenuto sui reperti della spazzatura.

Legale di Sempio: “Non abbiamo paura”

“Non abbiamo paura di niente perché Andrea Sempio non c’entra niente, è innocente”, ha ribadito l’avvocato Angela Taccia, legale del 37enne oggi indagato nella nuova  inchiesta della procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, lasciando la Questura di Milano. 

Riguardo agli otto  “frammenti di impronta” sul sacchetto dei cereali mangiati la mattina dell’omicidio dalla vittima e sul sacchetto della spazzatura repertato nella villetta della famiglia Poggi, dice: “Non si sa se siano attribuibili o meno, saranno mandati in valutazione e dopo si potrà capire se siano o meno utili sia dattiloscopicamente sia giuridicamente”.

A chi le chiedeva se Andrea Sempio abbia toccato quei reperti, il legale ha risposto: “Ha sempre detto ‘può essere'”, perché “ha  frequentato – come ha sempre detto ed è confermato anche dai Poggi –  tutte le stanze della casa, tranne la camera da letto dei genitori di  Chiara”. Quindi “dopo diciotto anni non possiamo dire con certezza  cosa abbia toccato. Poi bisognerà anche valutare come, se è per esempio un contatto mediato”.

Intanto, mentre i legali di Stasi ribadiscono che l’ex studente bocconiano è “distaccato” dalle nuove indagini e “guarda al futuro”, gli inquirenti attendono l’arrivo in Italia di Flavius Savu, cittadino romeno arrestato in Svizzera dopo anni di latitanza e condannato in via definitiva a cinque anni per estorsione. 

Dovrà essere ascoltato anche in relazione ad alcune sue dichiarazioni, mai riscontrate, su presunti festini a sfondo sessuale al santuario della Madonna della Bozzola, collegati all’omicidio di Chiara.

Arrestato Savu, latitante che ricattò l’ex rettore Bozzola

Condividere.
Exit mobile version