Il killer di Chiara Poggi “non si lavò le mani”. E’ lo scenario, ben diverso da quello ricostruito nelle sentenze di condanna a 16 anni di carcere nei confronti di Alberto Stasi, allora fidanzato della ragazza, su cui sta cercando di fare luce la nuova inchiesta della Procura di Pavia, che ha acceso i riflettori su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

I processi che hanno portato alla condanna di Stasi e i 7 tentativi della difesa di riaprire il caso
 

Delitto di Garlasco, i rilievi della scientifica per l’omicidio di Chiara Poggi, 16 febbraio 2009 (Ansa)

21/03/2025

Delitto di Garlasco

Delitto di Garlasco (Rai)

La villa della famiglia Poggi a Garlasco (Rai)

21/03/2025

Il presunto litigio tra Chiara e l’assassino
Scenario già prospettato anche dai legali di Alberto, che con le loro indagini difensive hanno ottenuto la riapertura del caso e che nel 2016, tramite un investigatore privato, avevano raccolto nuovi particolari, tra cui quello di un “evento sconosciuto agli inquirenti”, ossia un presunto litigio tra Chiara e l’assassino.

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Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Rai2)

L’impronta “papillare 33” di Andrea Sempio
Mentre si sta sempre cercando l’involucro con dentro l’intonaco del muro su cui è stata trovata l’impronta “papillare 33”, attribuita a Sempio – il nuovo indagato nell’ipotesi di un delitto compiuto da più persone – si riaffaccia una lettura che, se confermata dagli accertamenti, potrebbe essere un elemento a riscontro della pista alternativa su cui stanno lavorando i Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano. Il fulcro è il dispenser del sapone appoggiato sul lavandino del bagno al piano terra.

Le foto e video inediti della villetta
 

Quel dispenser del sapone
Là sopra furono individuate due impronte di Stasi che, secondo i giudici che finora si sono pronunciati, erano una delle prove a suo carico, in quanto dopo il delitto si sarebbe lavato le mani e avrebbe ripulito il lavabo e lo stesso erogatore del sapone.

L’ossessione di Sempio: “Fatte cose molto brutte”
 

servizio Garlasco (tg1)

Gli investigatori, che tentarono di riaprire le indagini già cinque anni fa, segnalarono che era vero sì, come accertato allora dal Ris, che quel lavandino era “privo di tracce ematiche”, ma che era anche “impossibile” che fosse stato lavato per via, al pari di quanto sostenuto nella richiesta di revisione del processo del 2020, della presenza di 4 capelli “neri lunghi” (mai repertati), alcuni vicino al sifone.

La “Mano sporca” dell’assassino 
Lo stesso vale per l’applicatore su cui, oltre a quelle di Stasi, vennero individuare “numerose impronte papillari sovrapposte” che, in caso di lavaggio, sarebbero state “cancellate” come, peraltro, sarebbe accaduto alle “diverse macchie verosimilmente derivanti da colature di sapone, risultanti dall’utilizzo” dell’oggetto “nel tempo” e al Dna di Chiara e della madre.

Timeline del delitto: le mosse dell’assassino nella villetta
 

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In questo quadro, tra l’altro, gli investigatori inseriscono pure l’ormai nota impronta 10 sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta, che si ritiene potrebbe essere stata lasciata dalla “mano sporca” dell’assassino prima di fuggire.

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Delitto di Garlasco (Rai)

Legali: lacune nelle testimonianze
Sempre negli atti difensivi, che in un certo qual modo hanno tracciato il solco delle nuove indagini segnalando una serie di “lacune” riscontrate in quelle precedenti, spunta un presunto agricoltore che 18 anni fa lavorava i campi vicino alla casa di via Pascoli e che potrebbe aver “sentito un litigio” o una “conversazione (…) tra la vittima ed il suo assassino”. Lo racconta in un passaggio uno dei report dell’agenzia investigativa privata, di recente finita nell’inchiesta milanese sulla rete di spie che ruotavano attorno ad Equalize, a cui nel 2016 era stato affidato il compito di rileggere gli atti e il materiale raccolto.

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Caso Garlasco omicidio Chiara Poggi (Tg1)

Gli investigatori al lavoro (Tg1)

21/03/2025

Sempio pedinato nel 2016
Dopo aver “studiato gli elementi utili alla ricostruzione dell’evento omicidiario” e scartate per “esclusione” le persone che “gravitavano intorno alla vittima”, le analisi si erano focalizzate su Sempio, poi pedinato. Nei verbali delle investigazioni che si sono svolte dal 26 ottobre al 3 dicembre 2016, si spiega che il 12 gennaio di 9 anni fa un anziano si era recato nel negozio di autoricambi della famiglia Stasi “asserendo di conoscere la verità” sull’omicidio. 

Delitto di Garlasco (Rai)

Durante il servizio è stata effettuata una ricognizione dei luoghi che ha suggerito, per via dei campi vicini a via Pascoli, che ci sia stato un “presunto agricoltore che, all’epoca dei fatti, poteva coltivare i campi prospicienti” la villetta dei Poggi e che avrebbe potuto sentire un’ipotizzata discussione tra Chiara e il killer e fornire “ogni altro dettaglio”. Questo capitolo, però, assieme ad altri assai più “stravaganti” e di cui si è parlato in questi giorni, non è contemplato nella inchiesta pavese. 
 

CHIARA POGGI Rai2 (Rai2)

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