Allarme sanitario a Capiago Intimiano, Comune della provincia di Como, per un caso di dengue. La segnalazione – di cui dà conto il quotidiano La Provincia – è scattata dopo che un residente di ritorno da un viaggio all’estero ha accusato i malori tipici della malattia ed è stato ricoverato in sorveglianza sanitaria all’ospedale Sant’Anna.
In via precauzionale, e in collaborazione con l’Ats territoriale, il Comune ha avviato un trattamento straordinario per l’eliminazione di eventuali zanzare tigre, potenziali vettori della malattia. Fino a lunedì l’invito per i residenti è di tenere le finestre chiuse, gli animali domestici in casa e di astenersi dal consumare i prodotti del proprio orto.
Come si manifesta la febbre da Dengue
Ricciardi: “Allarme zanzare nuova normalità con cambio clima”
L’allarme zanzare che torna con i primi caldi per malattie emergenti nel nostro Paese, come la Dengue, “è la nuova normalità con il cambiamento climatico e il riscaldamento del pianeta. Infezioni una volta ‘esotiche’ ritornano insieme ai loro vettori, non è più una novità”. E’ la riflessione di Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica di Roma. “Abbiamo ormai esperienza – continua – di diffusione alle nostre latitudini di patologie che una volta venivano chiamate malattie tropicali. Noi italiani siamo tra quelli più a rischio, perché abbiamo una latitudine in cui il calore si manifesta, come stiamo vedendo in questi giorni, presto rispetto alla stagione. Ma nessuno è immune, neanche i Paesi del Nord”.
Le vaccinazioni
“Terrazzi, tombini e cimiteri luoghi più a rischio”
“Più che i parchi pubblici” che andrebbero “tenuti puliti sempre, a prescindere dalla presenza di insetti”, dobbiamo “far attenzione a terrazzi, tombini e cimiteri: sono questi infatti i luoghi preferiti dalle zanzare per deporre le uova e riprodursi”. Ad affermarlo è Augusto Scirocchi, esperto in zanzare e specializzato in entomologia medica. Maggio e giugno sono i mesi più adatti “per le campagne di prevenzione contro la zanzare tigre”, attraverso “insetticidi biologici o più tossici, a seconda della situazione” per “uccidere le uova prima che si schiudano” ed “evitare così la proliferazione delle zanzare che possono diventare vettori di infezioni” come la Dengue, nota come la ‘febbre spaccaossa’. Tuttavia, “alla zanzare tigre piacciono le piccole raccolte d’acqua nei sottovasi di piante in giardini e terrazzi privati. Fondamentale è la collaborazione dei cittadini ai quali si chiede di tenere pulite le aree verdi, di mettere i larvicidi nelle caditoie private e di non accumulare acqua, neppure nei sottovasi”.
Bassetti: “Momento di agire, sindaci facciano disinfestazioni”
Caldo, zanzare e il rischio Dengue. “Sento ancora parlare molti della ricchezza della biodiversità all’interno delle nostre città, ma non vorrei che questo atteggiamento diventasse la scusa per le amministrazioni comunali per non fare il loro dovere che è quello di tenere le aree verdi puliti, l’eba falciata per bene e fare la disinfestazioni contro le zanzare. Oggi questi insetti trasmettono malattie che possono essere anche molto gravi e i primi caldi di maggio-giugno sono i giorni in cui le zanzare depongono le uova. E’ quindi il momento di agire con la disinfestazione che in Italia non viene fatta perché mancano i fondi e la lungimiranza di lavorare sulla prevenzione”. Ad affermarlo è Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova. “Ricordiamoci cosa è accaduto a Fano lo scorso anno con un focolaio molto ampio. Credo che i comuni devono rendersi conto che si deve lavorare su questo fronte, sarà anche questo un anno di zanzare e di Dengue – rimarca l’infettivologo – Il rischio è che diventi endemica e ci arriveremo perché la zanzara tigre è ormai anche in Italia e poi ci sono i casi importati che aumentano con i viaggi nei paesi dove la Dengue è endemica, vedi il Sud America. Ognuno deve fare la sua parte i sindaci e i cittadini”.
Dengue, in Italia quasi 700 casi nel 2024
Dal 1 gennaio al 3 dicembre 2024, data di ultimo aggiornamento della dashboard dell’Istituto superiore di sanità per i casi segnalati lo scorso anno, al sistema di sorveglianza nazionale risultano 693 casi confermati di Dengue (213 autoctoni e 480 importanti), 7 di Zika Virus, 15 di Chikungunya, 50 di infezione neuro-invasiva-Tbe e 90 casi confermati di Toscana Virus.
Come capire se ci sono i sintomi del virus Dengue e quando fare il test
L’Iss mette a disposizione le risposte alle domande più frequenti. Posso capire di aver contratto il virus Dengue dai sintomi? “Sebbene in alcuni casi determina delle conseguenze cliniche molto gravi, l’infezione da virus dengue può presentarsi in forma asintomatica o con sintomi lievi e/o molto aspecifici (febbre accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle). Quindi – rispondono gli esperti Iss – è necessario un esame di laboratorio specifico (isolamento/molecolare/antigenico/sierologico con evidenza di siero conversione o neutralizzazione) per confermare una infezione”.
“Se si è rientrati da un viaggio in un paese in cui il virus è endemico e si hanno sintomi compatibili con l’infezione; Se si è in un’area in cui c’è stato un caso confermato del virus e si hanno sintomi compatibili con l’infezione; se si viene individuati come contatto stretto di un caso confermato nel corso delle indagini epidemiologiche, anche in assenza di sintomi”, chiarisce l’Iss.