Secondo la Commissione europea al momento non vi sono i presupposti per far ricorso alla clausola generale di sospensione del Patto di  stabilità e di crescita Ue. Lo ha affermato il commissario europeo  all’Economia, Valdis Dombrovskis, rispondendo – al termine della prima riunione  dell’Ecofin informale a Varsavia – a una domanda sulle richieste in tal senso da  parte dell’Italia. 

 “Abbiamo valutato questa questione e stiamo guardando anche alla nostra risposta di policy agli sviluppi geopolitici e a come possiamo rafforzare le nostre  capacità di difesa e le nostre industrie della difesa. E una delle ragioni per cui abbiamo optato per le clausole nazionali di sospensione del Patto è che quella generale richiede una grave svolta negativa dell’economia in generale o dell’intera area euro – ha spiegato -. E al momento questa condizione non c’è”.  “Infatti” alla Commissione Ue “continuiamo a prevedere crescita economica,  quindi optiamo per le clausole nazionali – ha aggiunto – dato che siamo in  circostanze inusuali che vanno al di là del controllo dei governi”. 

“La clausola generale (di sospensione) infatti prevede per essere usata un rallentamento economico severo nella Ue o nell’area euro, condizione che esisteva nel 2020 ma non c’è attualmente perché l’economia è in crescita nonostante l’effetto dei dazi. Per questo si usa la clausola di flessibilità (sulla spesa pubblica per la difesa) a livello nazionale perché si tratta di reagire a circostanze insolite che rientrano nel controllo dei governi”.

Per l’Italia non è una risposta piacevole. L’Italia ha accettato le regole del Patto di stabilità che comporta per l’Italia tagli da 12 miliardi l’anno. Dal patto quindi saranno scorporate unicamente le spese per la difesa lasciando, nei fatti, intatti i tagli necessari di riequilibrio per 12 miliardi l’anno. 

Per questo l’Italia aveva chiesto l’applicazione della clausola generale, soprattutto di fronte alla difficile situazione economica all’indomani dei dazi. Questo avrebbe permesso un rientro più “morbido” nelle regole del patto di stabilità europeo.

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