L’audizione di mercoledì prossimo al Copasir sarà un crocevia di vicende legate da indagini e utilizzi di materiale investigativo che in questi giorni scuote l’intelligence e non solo. Dopo aver ascoltato il direttore dell’Aise (i servizi esterni), Giovanni Caravelli, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica si troverà di fronte al direttore dell’Aisi (i servizi interni), Bruno Branciforte, per il caso Paragon, l’azienda produttrice di software-spia finita sotto i riflettori dopo la notizia che lo spyware era stato utilizzato per sorvegliare il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato e l’attivista di Mediterranea saving humans, Luca Casarini. L’audizione avverrà all’indomani dell’ennesima svolta: in queste ore l’intelligence italiana e Paragon Solutions hanno concordato di sospendere l’operatività del sistema fino alla conclusione della procedura di due diligence condotta dal Copasir e dall’Agenzia nazionale per la cybersicurezza. 

Casarini Mediterranea (Ansa)

Ad intrecciarsi, almeno in parte, con questo caso è l’inchiesta di Palermo che vede indagato David Yambio, attivista sudanese accusatore di Almasri e vittima dello spyware di Paragon, nell’ambito di un’indagine della procura siciliana per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A rivelarlo è Il Giornale, citando un documento che sarebbe – secondo il quotidiano – una comunicazione di polizia all’intelligence datata 6 maggio scorso in cui si informa che “la procura distrettuale di Palermo ha recentemente iscritto nel registro degli indagati” Yambio e due connazionali perché “indiziati del reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Dunque l’ipotesi iniziale era che le utenze del sudanese e di Casarini sarebbero state controllate nell’ambito dell’indagine della procura siciliana. Ma a quanto si apprende Palermo non avrebbe in dotazione lo spyware di Paragon. Non si può escludere ora che la Procura siciliana sia nelle facoltà di aprire a sua volta un fascicolo per capire chi abbia danneggiato l’indagine in corso, che al momento era segreta. 

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